Rifiuti, dall'Ardeatina alla Tiburtina riparte le caccia ai nuovi siti per la discarica

Rifiuti, dall'Ardeatina alla Tiburtina riparte le caccia ai nuovi siti per la discarica
di Francesco Pacifico
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Sabato 4 Gennaio 2020, 09:48

Riparte il toto-discarica sull’asse Campidoglio-Pisana. Guardando ai quadranti Sud della città. L’impianto per rifiuti ipotizzato a Monte Carnevale è appeso alle controdeduzioni che entro lunedì i Municipi XI e XII presenteranno al Comune. Questo ha promesso giovedì sera ai territori coinvolti e alla sua maggioranza Virginia Raggi in una riunione molto tesa. Anche se, stando alla delibera di autorizzazione approvata il 31 dicembre dalla giunta, il dossier dei minisindaci non ha alcun valore legale.

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Ventiquattr’ore dopo, martedì, la Regione attende un chiarimento dallo stesso Campidoglio (conferma del sito individuato, indicazione di un nuovo o ennesima impasse) pronta “a commissariare” Roma Capitale e a scegliere lei dove fare l’impianto. In attesa che si risolva il nodo politico, come detto, è ripartito il toto discarica, con i dirigenti rimasti al lavoro in questi giorni a Palazzo Senatorio come alla Pisana per trovare un’alternativa.

Monte Carnevale, tra quelle in circolazione, era l’ipotesi più facilmente realizzabile: ci sono già una cava facilmente da rendere operativa e un’autorizzazione per un sito di inerti. E sempre le divisioni nei Cinquestelle hanno spinto Raggi ad abbandonare due piste (Falcognana e Tragliatella) per motivi diverse percorribili dal punto di vista tecnico senza grandi scogli. Di conseguenza gli uffici- sempre più demoralizzati nella loro opera - devono valutare le opzioni segnalate lo scorso anno dalla Città Metropolitana e poi riprese dalla commissione tecnica tra il Comune, l’ex Provincia e Regione nella sua relazione tecnica depositata a dicembre. In quest’ottica, si guarderebbe in primo luogo alla cava di via Canestrini, nei pressi dell’Ardeatina e non lontana da Falcognana: stando sempre al lavoro della commissione paritetica i tempo di alla autorizzazione non sarebbero superiori a un mese e ci sarebbero a disposizione 14mila metri cubici liberi.

Ma sul sito - non lontana da un’area agricola - penderebbe anche un’inchiesta della magistratura per conferimento illecito di rifiuti. Senza contare che siamo sempre nel IX Municipio dove il presidente Dario D’Innocenti ha spinto Raggi a fare marcia indietro su Falcognana minacciando le dimissioni. Andando più verso est, verso la Tiburtina, si ritorna a parlare di Tenuta del Cavaliere, dove ci sono alcune ex cave, una delle quali ospita già una discarica di inerti. Alcune associazioni ambientaliste hanno denunciato nei terreni la presenza di amianto sui terreni. 

Queste, al momento, le ipotesi più credibili, se quella di Monte Carnavale sarà stralciata come già avvenuto per Falcognana e Tragliatella. Guardando alle altre soluzioni individuate prima dalla Città Metropolitana poi dal tavolo tecnico, è stata inserita dai tecnici la “Quattro A” Via della Selvotta, dove si raccolgono inerti, che potrebbe vedersi autorizzare l’allargamento ai rifiuti urbani in 45 giorni ma necessita di un impianto per la gestione dei gas. Più spazio - 290mila metri cubi alla “Cortac” di via Laurentina, che però rischia di essere scartata perché Via e Aia potrebbero non arrivare prima di 200 giorni. Quasi tre settimane in meno invece per autorizzare il conferimento dei rifiuti domestici alla Cerchio chiuso di a via della Pisana.

TEMPI LUNGHI
È a dir poco in alto mare l’iter per avere una discarica di servizio nel territorio di Roma. Se la politica traccheggia ancora sull’individuazione del sito, dietro le quindi, ci s’interroga anche sulle modalità della sua realizzazione. Anche perché su questo fronte, l’attuatore naturale cioè l’Ama, ha limitati spazi di manovra. L’amministratore unico Stefano Zaghis, che ha inserito questo impianto nelle sue linee di piano industriale, avrebbe fatto sapere di non avere né le risorse finanziarie né le competenze per costruirla. Da qui la necessità del Comune di dover lanciare due bandi (una per la progettazione e uno per la costruzione) che comporteranno tempi abbastanza lunghi. Senza contare quelli per l’esproprio, visto che parliamo di un’area di un privato. L’azienda potrebbe rientrare come gestore del sito. Ma anche su questo fronte ci sono criticità: la delibera per l’affidamento diretto - anche perché Ama non ha esperienza sul campo - potrebbe essere oggetto di ricorso, mentre per girarle risorse per questa mission, si dovrà aspettare il prossimo piano finanziario sulla tariffa e che tocca anche l’entità della Tari.
 

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