Strappo Ama-Raggi: sì ai termovalorizzatori M5S: «Vincoli sui siti»

Si rompe il tabù grillino sui rifiuti
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 6 Dicembre 2019, 09:54
È l’ennesimo strappo che fa traballare il Campidoglio: dopo il sì dei tecnici comunali alle aree per le discariche dentro Roma - l’esatto opposto di quanto vorrebbe la sindaca Raggi - ieri l’amministratore unico dell’ Ama, Stefano Zaghis, nominato due mesi fa, ha presentato in Comune un piano industriale che prevede una discarica e un termovalorizzatore. Parola tabù per i grillini romani e per la stessa prima cittadina, che ha sempre bollato questi impianti come, parole sue, «obsoleti».

Invece servono, eccome, per il numero uno della partecipata dei rifiuti, grillino doc e designato proprio da Raggi a inizio ottobre. «Nel Lazio - ha detto Zaghis a Radio1 - c’è un deficit impiantistico, lo Sblocca Italia del 2014 dava indirizzi precisi e per il Lazio diceva che c’era bisogno di almeno un impianto di temovalorizzazione da 210 mila tonnellate. Da allora a oggi nulla è stato fatto». Gli viene chiesto: ora è stato individuato? Risposta: «Lei pone una domanda giusta alla persona sbagliata». Per poi aggiungere: «La domanda dovete farla alla sindaca Raggi. Io sono come un pilota» e «aspetto di ricevere indicazioni su dove andare».

Proprio a Raggi, ieri Zaghis ha presentato il piano industriale dell’ Ama. Quattro scenari: il primo, senza nuovi impianti, permetterebbe a Roma di conferire solo il 25% della propria immondizia. Per arrivare al 100% servono impianti. Tanti. Ecco la lista presentata alla sindaca: un termovalorizzatore, una discarica, 2 Tmb di nuova generazione (Rocca Cencia invece chiuderebbe), 2 impianti di compostaggio per produrre biogas, 1 impianto per la carta, 1 per il multi-materiale della differenziata. «È un piano che mette al centro i cittadini. Solo con questi impianti la Tari potrebbe finalmente calare», ha spiegato Zaghis in Comune. La reazione della sindaca? «Ha chiesto approfondimenti», trapela dall’ Ama.

Certo è che il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ieri è intervenuto sul tema: «Non sono d’accordo per quanto riguarda la soluzione di un termovalorizzatore», ha detto. Oggi Zaghis dovrebbe partecipare al Consiglio comunale straordinario sui rifiuti. Una pattuglia di sindaci della provincia è pronta a manifestare contro il pattume dell’Urbe spedito nei loro impianti. Ci sarà il sindaco di Civitavecchia, la cittadina del porto dove Raggi ha deciso di mandare gli scarti mentre era temporaneamente chiusa la discarica di Colleferro. Il Consiglio della Città Metropolitana ha bocciato l’ordinanza di Raggi, che però da ieri non è più in vigore, perché Colleferro ha riaperto.

In Assemblea Capitolina il gruppo del M5S presenterà un provvedimento per dire no alle discariche, l’opposto del piano industriale di Ama. Si inviterà la sindaca a interdire alcune aree scelte per gli impianti, attraverso una determina del dipartimento Ambiente. Motivo? «Rischi ambientali». «Il minimo che possiamo fare è chiedere di impugnare l’ordinanza di Zingaretti», spiega il capogruppo M5S, Giuliano Pacetti. I grillini hanno invitato anche esponenti dell’Ordine dei medici (ma la presidenza dell’organismo ieri smentiva) e dell’Istituto Superiore di Sanità.

L’obiettivo è uno: far dire agli esperti che le discariche possono essere nocive per la salute dei cittadini.
Alzare il livello della propaganda, per attaccare Zingaretti e la Regione. Ma anche, indirettamente, il Ministero dell’Ambiente, favorevole ai siti di stoccaggio. Il Pd capitolino, nel frattempo, prepara un documento. «Diremo che servono subito siti di stoccaggio, ma a patto che siano temporanei e che nel frattempo si prepari una discarica di servizio», spiega il capogruppo dem, Giulio Pelonzi.
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