Rifiuti a Roma, ultimatum di Ama alle ditte: «Più mezzi sulle strade»

Nel mirino le cinque officine che hanno in manutenzione 230 veicoli

Rifiuti a Roma, ultimatum di Ama alle ditte: «Più mezzi sulle strade»
di Francesco Pacifico
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Lunedì 15 Novembre 2021, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 16:03

Ama intima alle 5 ditte esterne che curano la manutenzione dei mezzi, che entro una decina di giorni devono riconsegnare i camion e le spazzatrici mandate a riparare e ancora ferme da settimane (se non mesi) nelle loro officine. Parliamo di 150 tra compattatori e squaletti per la raccolta e un'ottantina di spazzatrici, in un'azienda dove il 60 per cento dei macchinari è fuori uso. Altrimenti salteranno contratti, che valgono oltre un milione di euro. La nuova prima linea della municipalizzata (l'amministratore unico Angelo Piazza e il direttore generale facente funzioni, Maurizio Pucci) è disperata, ha ereditato una situazione peggiore di quella paventata.

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IL PERSONALE
Tra ferie, permessi e malattie è assente ogni giorno quasi il 30 per cento del personale. Molti presidi di zona non svolgono i turni preserali e pomeridiani. Eppoi c'è l'atavico problema degli sbocchi: ne Lazio sono aperte di fatto solo due discariche (Viterbo e Albano), gli impianti di trattamento (i Tmb in testa) non sanno dove riversare gli scarti e le aziende nel resto d'Italia nicchiano o alzano i prezzi per la spazzatura della Capitale. E tutto questo, unito, rallenta la raccolta. Anzi, la blocca nei quadranti Nord ed Est di Roma. La città è sempre più una discarica a cielo aperto.
L'OBIETTIVO
Inaccettabile per la nuova amministrazione comunale, che ha promesso di ripulire Roma entro Natale: in teoria le lavorazioni (comprese quelle di potatura) stanno andando avanti, ma fatti come quelli di via Pisini e via Cherso, con un gruppo di persone che riversa sulla carreggiata i sacchetti presi dai cassonetti, rischia per la giunta Gualtieri di trasformare l'operazione decoro in un boomerang.

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In questo scenario Piazza e Pucci hanno inserito come priorità nel loro cronoprogramma la questione dei mezzi in manutenzione affidati a cinque ditte che lavorano in outsourcing. Altrimenti potrebbe anche scattare una segnalazione all'Anac, all'anticorruzione, sfruttando il fatto che i ritardi superano il 10 per cento per cento del totale delle commesse: il primo passo per rescindere i contratti.
Un'operazione non facile perché le ditte esterne denunciano ritardi inspiegabili nell'approvazione dei preventivi: da via Calderon de La Barca o iniziano infinite contrattazioni oppure non rispondono. Non a caso i nuovi vertici vogliono cambiare il responsabile della direzione che si occupa della flotta. Anche perché le officine interne, dove pure mancano una quarantina di figure tra meccanici e carrozzieri, lavorano al 20 per cento rispetto alla produttività potenziale.
Sul fronte raccolta, dopo l'accordo con Mantova e quello prossimo con Livorno, si cercano altri fornitori in Lombardia o in Puglia, ma Ama preme sulla regione per spingere a un'intesa la Rida Ambiente di Aprilia (Tbm) e la Ecologia Viterbo (discarica), con la prima che lamenta mancanza di sbocchi.

In questo modo Ama potrebbe mandare ad Aprilia più indifferenziato. Anche perché per ogni giorno non si sanno dove inviare più di mille di tonnellate di talquale.

 

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