Ama intima alle 5 ditte esterne che curano la manutenzione dei mezzi, che entro una decina di giorni devono riconsegnare i camion e le spazzatrici mandate a riparare e ancora ferme da settimane (se non mesi) nelle loro officine. Parliamo di 150 tra compattatori e squaletti per la raccolta e un'ottantina di spazzatrici, in un'azienda dove il 60 per cento dei macchinari è fuori uso. Altrimenti salteranno contratti, che valgono oltre un milione di euro. La nuova prima linea della municipalizzata (l'amministratore unico Angelo Piazza e il direttore generale facente funzioni, Maurizio Pucci) è disperata, ha ereditato una situazione peggiore di quella paventata.
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IL PERSONALE
Tra ferie, permessi e malattie è assente ogni giorno quasi il 30 per cento del personale. Molti presidi di zona non svolgono i turni preserali e pomeridiani. Eppoi c'è l'atavico problema degli sbocchi: ne Lazio sono aperte di fatto solo due discariche (Viterbo e Albano), gli impianti di trattamento (i Tmb in testa) non sanno dove riversare gli scarti e le aziende nel resto d'Italia nicchiano o alzano i prezzi per la spazzatura della Capitale. E tutto questo, unito, rallenta la raccolta. Anzi, la blocca nei quadranti Nord ed Est di Roma. La città è sempre più una discarica a cielo aperto.
L'OBIETTIVO
Inaccettabile per la nuova amministrazione comunale, che ha promesso di ripulire Roma entro Natale: in teoria le lavorazioni (comprese quelle di potatura) stanno andando avanti, ma fatti come quelli di via Pisini e via Cherso, con un gruppo di persone che riversa sulla carreggiata i sacchetti presi dai cassonetti, rischia per la giunta Gualtieri di trasformare l'operazione decoro in un boomerang.
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In questo scenario Piazza e Pucci hanno inserito come priorità nel loro cronoprogramma la questione dei mezzi in manutenzione affidati a cinque ditte che lavorano in outsourcing. Altrimenti potrebbe anche scattare una segnalazione all'Anac, all'anticorruzione, sfruttando il fatto che i ritardi superano il 10 per cento per cento del totale delle commesse: il primo passo per rescindere i contratti.
Un'operazione non facile perché le ditte esterne denunciano ritardi inspiegabili nell'approvazione dei preventivi: da via Calderon de La Barca o iniziano infinite contrattazioni oppure non rispondono. Non a caso i nuovi vertici vogliono cambiare il responsabile della direzione che si occupa della flotta. Anche perché le officine interne, dove pure mancano una quarantina di figure tra meccanici e carrozzieri, lavorano al 20 per cento rispetto alla produttività potenziale.
Sul fronte raccolta, dopo l'accordo con Mantova e quello prossimo con Livorno, si cercano altri fornitori in Lombardia o in Puglia, ma Ama preme sulla regione per spingere a un'intesa la Rida Ambiente di Aprilia (Tbm) e la Ecologia Viterbo (discarica), con la prima che lamenta mancanza di sbocchi.