Riaprono le scuole a Roma, i presidi: «Poche criticità per i rifiuti»

Riaprono le scuole a Roma, i presidi: «Poche criticità per i rifiuti»
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Lunedì 7 Gennaio 2019, 13:27 - Ultimo aggiornamento: 18:34

«Le aree circostanti alla stragrande maggioranza delle scuole di Roma ci risultano ricondotte a norma igienica. Gli istituti hanno aperto regolarmente nonostante qualche criticità. Abbiamo apprezzato molto l'intervento del ministro dell'Istruzione Bussetti che ha considerato doveroso il nostro appello e confidiamo che l'attivismo dell'Ama prosegua nei prossimi mesi». Lo dice  il presidente del Lazio dell'Associazione nazionale presidi Mario Rusconi.
Lo stesso Rusconi in una lettera alla sindaca Virginia Raggi nei giorni scorsi aveva ventilato il rischio che, a causa di cumuli di immondizia nelle aree circostanti, alcune scuole di Roma potessero non riaprire oggi. «Rivolgiamo un appello alla sindaca Raggi affinché vigili attentamente sull'operato dell'azienda e intervenga, come ha fatto in questi giorni dopo il nostro appello. Sono abbastanza sconcertato dal fatto che il garante dell'infanzia, le Asl, i sindacati della scuola e le associazioni dei genitori siano intervenuti in questa materia solo dopo la nostra denuncia», aggiunge Rusconi.

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Tra le criticità arrivate all'attenzione dell'Anp Lazio stamane quella dell'istituto comprensivo Elisa Scala. «Abbiamo cinque plessi - racconta la dirigente scolastica Claudia Gentili  - e in un plesso, il più grande nella periferia di Finocchio, oggi abbiamo riscontrato criticità nella raccolta dei rifiuti con i residui della mensa che erano ancora nel cortile dietro la scuola. Ho personalmente contattato il direttore Ama del Municipio che si è mostrato dispiaciuto e subito disponibile a far ripulire. Verranno già oggi».
«Siamo riusciti prima di Natale a far portare via tutti i rifiuti che confermiamo dentro la scuola. Prima di Natale abbiamo avuto grossi ritardi sul ritiro di indifferenziati e cartone», riferisce invece la preside Stefania Grosso dell'istituto comprensivo Anna Celli in zona Tiburtina.

L'ALLARME DEI MEDICI - La condizione dei rifiuti a Roma, «specie davanti ad ospedali, scuole, centri commerciali, parchi pubblici e aree residenziali, rischia di creare un grave problema di sanità pubblica della quale, ognuno per le proprie competenze più o meno dirette, dovrà farsi carico portando ad una comune soluzione definitiva del problema». È quanto scrive in una lettera indirizzata al sindaco Virginia Raggi, al ministro della Salute, Giulia Grillo, ed a quello dell'Ambiente, Sergio Costa, l'ordine provinciale di Roma dei medici e degli odontoiatri (Omceo): «sempre più spesso, ci arrivano segnalazioni sul grave stato che alcuni quartieri stanno soffrendo per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti. Come Ordine siamo preoccupati per quanto sta accadendo», scrive il presidente Antonio Magi. «Siamo consapevoli - sottolinea Magi - che la situazione si trascina da anni, e che recentemente con l'incendio dell'impianto Tmb sulla Salaria la condizione si è ulteriormente aggravata».

RISTORATORI, RITARDI NELLA RACCOLTA -  Allarme rifiuti per i ristoratori della Capitale. A segnalare l'emergenza è il presidente di Siepet Confesercenti Roma nonchè vicepresidente nazionale, Claudio Pica, che oltre «ai problemi strutturalmente congeniti ad un sistema di raccolta che ha un'erogazione di servizio inadeguata e penalizzante in quanto non concertata con i pubblici esercizi» denuncia in questi giorni «modalità di raccolta della spazzatura con ritardi dalle 24 alle 48 ore, i cui effetti sono deleteri sia per quanto riguarda il decoro del locale che per quanto riguarda gli incassi, spesso e soprattutto nel centro storico».
Siepet preannuncia per la risoluzione del problema la richiesta di «convocazione di un tavolo tecnico con Asl, Nas, assessorati per Attività produttive e Ambiente del Comune nonchè rappresentanti della Regione, nei limiti delle sue competenze». «Sono due le problematiche che hanno fatto arrabbiare la categoria - sipega Pica - La prima riguarda i famosi cassonetti che hanno consegnato le due ditte appaltatrici di Ama, che sono estremamente ingombranti ed impossibili da essere collocati all'interno dei locali in uno spazio adeguato. Ci hanno anche detto che i cassonetti più piccoli ci sono ma che non li hanno a disposizione. Dunque l'erogazione del servizio è inadeguata; la seconda la raccolta rifiuti che non viene effettuata in maniera regolare e che costringe anche chi potrebbe tenere i cassonetti all'interno a spostarli all'esterno per evitare enormi accumuli di vetro, cattivi odori, insetti, scarafaggi con conseguente rischio di chiusura in caso di controlli Asl o Nas».
«Il punto è che andrebbero studiate raccolte differenziate per ogni tipologia di pubblico esercizio ad orari stabiliti in base alle esigenze dei locali in una programmazione strutturata - afferma il presidente di Siepet Roma - Invece la raccolta è generica e le cooperative non accettano nessun tipo di accordo con noi. Ci impongono orari ignorando le nostre esigenze. Basti vedere viale Aventino, la domenica mattina tra sacchi, vetri e bidoni - esclama - Per questo gli esercenti sono costretti a scegliere tra i mali il minore: meglio una multa per un cassonetto all'esterno di un locale tra i cumuli di spazzatura ed un look indecoroso agli occhi di turisti e passanti che subire la chiusura del proprio ristorante a seguito di un intervento della Asl».


 

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