«Consegnami lo stipendio o sono guai»: trentenne ricatta un invalido per un anno a Roma

«Consegnami lo stipendio o sono guai»: trentenne ricatta un invalido per un anno a Roma
di Marco De Risi
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Mercoledì 11 Agosto 2021, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 06:11

Lui invalido era caduto nella rete di un amico che con il passare del tempo era diventato il suo persecutore. L'uomo riusciva a raggirare l'invalido obbligandolo ad eseguire alcuni ordini fra i quali quello di dargli, senza alcun titolo, lo stipendio. Non solo, faceva vivere l'uomo con handicap in uno stato di totale soggezione a causa della sua costante presenza, anche a casa dove lo minacciava di continuo.
LE INDAGINI
Sono stati gli investigatori del III Distretto Fidene Serpentara, diretto da Fabio Germani, ad indagare sulla brutta storia e a restituire all'invalido, con l'arresto del persecutore, una vita serena e libera da minacce. Le indagini sono scattate quando la vittima, invalida all'80%,si è presentata in commissariato raccontando la sua odissea.

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In particolare che, dalla morte della mamma, aveva stretto amicizia con un 33enne il quale, dapprima in maniera amichevole, faceva richieste di soldi sempre più insistenti. Alla fine era arrivato a farsi consegnare lo stipendio a cadenza mensile, insieme a monili ed oggetti in oro.
Il persecutore, perché tale era divenuto per la vittima, nell'arco dell'ultimo anno non si è limitato solo a richieste pressanti e costanti di denaro ed oggetti in oro, ma è riuscito a creare nel malcapitato un vero e proprio stato di assoggettamento controllandolo, chiedendogli continuamente dove si trovasse e presentandosi sotto casa, aumentando così il suo stato di ansia, agitazione e accrescendone la paura.

Questo fino al provvidenziale intervento dei poliziotti, nella giornata di ieri, quando il malcapitato ha deciso di chiedere aiuto agli agenti. Consapevoli del modus operandi dell'aguzzino e considerando la giornata del mese, a ridosso dell'accredito dello stipendio della vittima, gli investigatori hanno quindi organizzato, d'accordo con l'invalido, un appuntamento per incastrare R.M., in via Sinalunga.

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LE MINACCE
«Dammi il bancomat ed il codice pin», queste le parole che gli agenti appostati in borghese sono riusciti a carpire, ascoltando a distanza il colloquio fra i due. Al rifiuto dell'invalido il 34enne ha cominciato a minacciare la vittima. A quel punto la polizia è intervenuta arrestandolo in flagrante. Una volta bloccato è stato portato in commissariato dove è stato arrestato per i reati di «circonvenzione di incapace e atti persecutori».
In linea con le previsioni del Protocollo di Intesa siglato di recente dal Questore di Roma al III Municipio, tra le amministrazioni ed enti competenti a fornire assistenza alle persone vittime di violenza, gli agenti hanno poi attivato le competenti strutture assistenziali per fornire il previsto supporto alla vittima.

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