Roma, risolto il giallo dei reperti antichi nei cassonetti. I carabinieri: «Buttati da ditta autodemolizioni»

Roma, risolto il giallo dei reperti antichi nei cassonetti. Carabinieri: «Buttati da ditta autodemolizioni»
di Laura Larcan
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Martedì 19 Gennaio 2021, 11:52 - Ultimo aggiornamento: 18:08

Il mistero dei reperti antichi del I secolo d.C. gettati per strada accanto ai cassonetti in zona Boccea Torrevecchia è stato risolto. Ad architettare tutto sono stati i titolari di una ditta di autodemolizioni della zona Pineta Sacchetti che si erano appropriati di un terreno adiacente dove erano custoditi (nelle loro cassette) i reperti millenari. In sostanza, hanno sgomberato l’area liberandosi di frammenti di marmi e terrecotte, pensando bene di buttarli al cassonetto.

Roma, il giallo di ossa e reperti antichi buttati al cassonetto, spuntano altre 5 cassette. S'indaga sul furto

Si tratta di una donna e del figlio, rispettivamente rappresentante legale e socio di un’attività di autodemolizione in zona Pineta Sacchetti. Per loro, denunciati a piede libero dai Carabinieri della Stazione Roma Montespaccato, è scattata l’accusa di invasione di terreni e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato.

Le indagini, portate avanti in stretta sinergia con i militari del Reparto Operativo del Comando Tutela Patrimonio Culturale, sono partite a novembre dello scorso anno, quando (come raccontò in esclusiva Il Messaggero) un cittadino allertò i Carabinieri circa la presenza, nei pressi dei cassonetti dei rifiuti, di 12 cassette contenenti manufatti in terracotta, risultati, poi, essere reperti archeologici risalenti al I Secolo D.C..

 

La storia. Lo scorso novembre, vennero trovate circa dodici cassette cassette piene di millenari manufatti, con ossa, frammenti di anfore, vasi di ceramica, pilastrini, basi di colonne, un pezzo di mandibola con i denti incastonati. Tutti lasciati per strada, in mezzo alla spazzatura come fossero robaccia.  Si trattava di reperti provenienti da scavi risalenti al 2004, condotti in via Pineta Sacchetti per l’allargamento della strada. All’epoca erano riemerse alcune sepolture antiche. La particolarità era che le cassette che li contenevano erano palesemente le stesse usate dagli archeologi nei cantieri di scavo. I reperti apparivano persino catalogati: alcuni frammenti erano addirittura chiusi in bustine di plastica trasparente, e tutti erano accompagnati da biglietti che riportano date, coordinate, indirizzi precisi.  

Gli immediati accertamenti, scattati, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno consentito di risalire al luogo di provenienza dei reperti: l’attività di demolizione auto che si era ingrandita, andando ad occupare abusivamente un terreno adiacente, di proprietà del Comune di Roma, utilizzato anche come deposito di reperti. Nel corso di una perquisizione, scattata nei giorni scorsi, in esecuzione di un decreto emesso dalla Procura della Repubblica di Roma, è emerso lo sconfinamento dell’attività nel terreno del comune di Roma, in cui erano presenti circa 300 frammenti di terracotta di varie dimensioni, della stessa tipologia di quelli recuperati a novembre 2020. I militari hanno sequestrato i reperti e apposto i sigilli all’area interessata, affidandoli in custodia giudiziale al personale della Soprintendenza Speciale Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Roma.

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