Ancora problemi all'interno del carcere di Rebibbia dove si contano un centinaio di detenuti positivi al Covid-19. Un detenuto con problemi psichiatrici ha appiccato il fuoco ai materassi di una cella del reparto G12. Sette agenti sono rimasti coinvolti, di cui 4 intossicati dalle esalazioni di fumo. Lo rende noto l'Uspp, l'Unione dei sindacati di polizia penitenziaria che apre un faro sulla probelmatica del disagio psichiatrico e della insufficienza delle Rems come alternativa al carcere per detenuti particolarmente fragili e bisognosi di assistenza sanitaria, non solo della limitazione della libertà in quanto pericolosi. «Mentre denunciavamo l’ennesima aggressione avvenuta lunedì, la quinta in pochi giorni, in danno degli agenti di Polizia Penitenziaria messa in atto da un detenuto piantonato a Roma Tor Vergata - dice il presidente dell'Uspp, Giuseppe Moretti - un’altra notizia allarmante arriva oggi con ben 7 agenti coinvolti di cui 4 intossicati dalle esalazioni del fumo».
Carceri, 576 detenuti positivi al Covid: cresce il focolaio a Rebibbia (5 ricoverati)
Le aggressioni e gli atti autolesionisti da parte di detenuti con disagi psichiatrici non si contano più. «Riguardo alle Rems - aggiunge il sindacalista - malgrado le nostre reiterate rimostranze e proposte, tuttavia, non si compiono passi in avanti per creare i posti letto che occorrerebbero per i detenuti con problemi psichiatrici che per legge dovrebbero essere inseriti nelle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza e non ristretti nelle carceri.
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