Da quelle nelle abitazioni, orchestrate e portate a “dama” principalmente da bande rodate, alle rapine consumate nei negozi, nelle farmacie, nei bar con una particolare recrudescenza del fenomeno nel centro storico ma anche al Prenestino. Per lo più, negli ultimi casi, si tratta di criminali di basso profilo che fanno irruzione nei locali armati di taglierini o coltelli. Ci sono anche i tossicodipendenti che per farsi consegnare l’incasso di giornata brandiscono siringhe sporche minacciando titolari e commessi. Ma quale che sia il “profilo” più calzante a seconda del situazione ma anche del contesto, non cambia il risultato. Solo nel primo trimestre del 2022 nella Capitale sono state consumate 400 rapine stando agli episodi denunciati e a quelli - pochi - a cui è seguito in flagranza l’arresto dei responsabili. Denunce, segnalazioni, interventi: a metterli insieme, uno dopo l’altro, si vede come ad esempio nel I Municipio, dal primo gennaio al 31 marzo scorso, si sono consumate una novantina di rapine.
LE ZONE
È questo il territorio più colpito dal fenomeno anche se in seconda posizione ecco arrivare il Prenestino e l’area che lambisce il Tiburtino (V Municipio).
IL CONTROLLO
Da qui un cambio o, quantomeno, una rimodulazione dei servizi da parte degli organi investigativi in merito al controllo del territorio con personale “dirottato” all’analisi degli episodi al fine anche di verificare se tra un caso e l’altro, apparentemente senza alcun legame, possa esserci invece un nesso.