Rapina in villa a Riano, mamma e figli sequestrati da gang di finti agenti: bottino di 100mila euro

Rapina in villa a Riano, mamma e figli sequestrati da gang di finti agenti: bottino di 100mila euro
di Adelaide Pierucci
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Venerdì 17 Aprile 2020, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 16:15

Banditi con le mascherine assaltano una villa e sequestrano una donna e i suoi tre bambini. Notte di terrore per una famiglia di Riano, nelle campagne a un passo dalla Salaria. Mamma e piccoli sono stati svegliati nel cuore della notte, alle 4 tra martedì e mercoledì, da tre uomini: «Siamo della polizia, dobbiamo fare un controllo». Una volta all'interno i banditi, forse albanesi come ha riferito la signora, hanno subito indossato i passamontagna e chiuso i tre fratellini, di 3, 5 e 8 anni, in una stanza poi piantonata da un uomo armato e immobilizzato con lo scotch la madre.

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STANZE DEVASTATE
Le stanze sono state devastate, in alcuni punti anche smurate in cerca di gioielli e oro. Il bottino supererebbe i cento mila euro. Tra i preziosi spariti degli orologi Rolex. Molto probabilmente i rapinatori sapevano che il padrone di casa, e papà dei piccoli, un ex gioielliere non è in casa da tempo perché detenuto da almeno tre anni. L'uomo, sospettato di frequentare un giro malavitoso, era finito in carcere assieme a due complici dopo che aveva sparato dei colpi di pistola contro il nipote di venticinque anni, punito così per la mancata restituzione di un prestito di ventimila euro. Prima di allontanarsi, probabilmente su un'auto parcheggiata nelle vicinanze, la banda che ha assaltato la villetta di Riano avrebbe rassicurato i piccoli e minacciato la mamma: «Devi stare zitta, è meglio per te».

L'allarme è scattato quando la donna è riuscita a liberarsi. I carabinieri della reparto per le investigazioni scientifiche insieme ai colleghi della compagnia di Bracciano hanno lavorato per ore in cerca di impronte anche se i rapinatori avrebbero avuto l'accortezza di usare dei guanti di lattice.
La vittima dell'agguato, un ragazzo di nome Arturo ma conosciuto come «Sandro», era in ritardo con la restituzione di ventimila euro prestati dallo zio ed era stato attirato in un agguato dopo aver cercato la protezione di Marco Casamonica. Quest'ultimo si era offerto di fare da mediatore per l'amico e il 1 settembre, qualche giorno dopo i funerali faraonici di Vittorio Casamonica, aveva incontrato un altro parente del creditore mollandogli uno schiaffo e l'altro aveva risposto mostrando la pistola. Casamonica, infatti, non riesce a convincere a pazientare. Dopo lo schiaffo infatti è scattata la ritorsione armata e la gambizzazione. Si indaga nell'ambiente romano.

 

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