Una rapina rocambolesca, sotto gli occhi di decine di passanti terrorizzati. Tre uomini armati di pistola, venerdì sera, nella zona Espero a Montesacro, hanno fatto irruzione nell’oreficeria di via Valsolda al civico 115. Un colpo studiato nei minimi particolari anche se non ha fruttato un ricco bottino ai banditi. Il titolare, ad un certo punto ha tentato di reagire ed è rimasto ferito alle mani con le schegge di vetro di uno mandato in frantumi dai rapinatori. L’uomo, sulla cinquantina, è stato preso alle spalle dai banditi che sono entrati nel negozio con la scritta gialla “Orafo”, e l’hanno sorpreso mentre lui era all’interno del laboratorio. Quando si è accorto del colpo era già troppo tardi. I banditi, armati di pistola, che impugnavano anche un pesante arnese da scasso, erano già entrati e lo stavano immobilizzando.
LA PAURA
Il negozio di orafo si trova lungo un tratto del fiume Aniene frequentato da molti residenti, per passeggiare e portare fuori i cani. Ad accorgersi della rapina sono stati proprio alcuni frequentatori della strada alberata. Hanno visto i tre uscire con le pistole in pugno e poi salire su un’auto scura che è partita a tutta velocità. L’auto era posizionata a poca distanza del parco dove giocano i bambini. Poi, ha rischiato di essere intercettata dalle forze dell’ordine costretta a seguire, per un lungo tratto, il senso unico del lungo fiume per poi dileguarsi. Sul posto, subito dopo il colpo, sono accorse alcune Gazzelle dei carabinieri.
I TESTIMONI
Subito dopo il colpo tra i residenti si è sparsa la voce che i rapinatori avessero usato un mitra. La notizia è stata smentita dai carabinieri. E’ probabile che il pesante arnese da scasso possa essere stato scambiato per un’arma lunga. Si occupano del caso i carabinieri della compagnia di Montesacro. I militari hanno fatto un lungo sopralluogo nella gioielleria ed è stato sentito il titolare preso in ostaggio. Poi è intervenuta la Scientifica dell’Arma. Non si sa se i rapinatori possano essere stranieri. Non hanno parlato durante il colpo. Gli investigatori stanno anche esaminando le telecamere sparse lungo la zona. Il bottino è di solo 5.000 euro in catenine d’oro. Quindi è possibile che la banda possa colpire ancora per mettere le mani su un bottino più significativo. «Mi trovavo a pochi metri dal negozio - commenta una passante - quando ho visto quei tre uscire con le armi in pugno. Uno di loro aveva forse un fucile. Ero pietrificata, non riuscivo a muovermi dalla paura».