In caso di effrazione, il personale effettua la segnalazione tramite telegramma (ebbene sì, esiste ancora!) alla polizia locale. Una procedura farraginosa, motivo per cui il Comune sta verificando la possibilità di collegare la sala operativa direttamente con il numero unico di emergenza 112. L’assessore Linda Meleo sta predisponendo in tal senso una memoria di Giunta: «Il collegamento al 112 consentirà di snellire e velocizzare gli interventi in caso di effrazione - dice - Sono poi in fase di studio percorsi formativi per sensibilizzare il personale scolastico sul tema sicurezza».
Nel frattempo i raid proseguono, il più delle volte impuniti perché, vista la non sempre immediata risposta e, soprattutto, la mancanza di telecamere all’esterno degli edifici, i vandali rimangono ignoti e ai risarcimenti devono provvedere i Municipi o la Città Metropolitana, «togliendo preziose risorse e investimenti al settore», sottolinea Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi. Le scuole che più spesso finiscono nel mirino di ladri e vandali si trovano nelle periferie, dove gli istituti sono più isolati e meno controllabili: Appio, Tuscolano, Eur, Garbatella, Torrevecchia, Ostia-Acilia-Infernetto, Tor Bella Monaca, Fidene-Serpentara, è qui che incursori e baby-gang si accaniscono. All’Ardeatino, addirittura, da ottobre era in atto una folle sfida lanciata sui social tra studenti a chi danneggiava più scuole. I genitori avevano firmato in 500 un esposto per tenere alta la guardia e i poliziotti di Tor Carbone sono riusciti a cogliere sul fatto un manipolo di liceali a cui i presidi, adesso, chiederanno il conto dei danni. « Furti e vandalismo nelle scuole sono un fenomeno odioso, dannoso per la didattica e costoso per le amministrazioni – spiega Rusconi – Per i soli danni al Virgilio durante l’occupazione sono stati sborsati 45mila euro.
Come associazione, inoltre, siamo favorevoli alla installazione della videosorveglianza, ovviamente non all’interno delle scuole ma nelle pertinenze esterne, come parchi, giardini, ingressi.
Solo così si potrà avere un effetto di deterrenza sui malintenzionati. Sembrava ci fossero spiragli dal vecchio governo, adesso è di nuovo tutto in stallo». Gli attuali sistemi di allarme, che secondo dati del Comune coprono il 90 per cento dei circa mille plessi di sua proprietà, dunque, non appaiono sufficienti. «Spesso non sono di ultima generazione e in passato sono stati disinnescati con schiumogeni e acqua», affermano i presidi. La Carroll, comunque, ne era sprovvista. Motivo? Non sempre i Municipi hanno i fondi per dotarne tutti gli edifici pubblici.
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