Roma, dai rifiuti ai trasporti: la giunta Raggi boccia se stessa. Sindaca, fiducia a picco

Raggi, dai rifiuti ai trasporti: la giunta boccia se stessa. Sindaca, fiducia a picco
di Stefania Piras e Fabio Rossi
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Giovedì 8 Ottobre 2020, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 13:31

Trasporti ansimanti, questione rifiuti irrisolta e fiducia verso l’amministrazione comunale in picchiata. È un’analisi impietosa con spie rosse che accendono segnali multipli di allarme e disegnano una mappa della fatica quotidiana che ogni romano compie. E il bello è che l’autore del rapporto accusatore e l’imputato del disastro coincidono. È il Campidoglio. Insomma, la giunta Raggi boccia il suo stesso operato. Gli indicatori catastrofici sono infatti riportati all’interno del documento unico di programmazione (Dup) 2021-2023, recentemente approvato dall’esecutivo comunale, nel quale sono stati inseriti i 119 indicatori Bes (benessere equo e sostenibile). Un indice, sviluppato dall’Istat e dal Cnel, che serve per valutare il progresso di una società non solo dal punto di vista economico.

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Ecco, le condizioni di benessere dei romani dicono che c’è parecchio su cui lavorare.

Per la prima volta, tra l’altro, quest’anno sono stati inseriti gli indicatori inclusi nei 17 obiettivi declinati secondo le direttive dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Ma non sono confortanti. Le condizioni di svantaggio rispetto alla media nazionale sono 48 e riguardano ambiti della vita quotidiana fondamentali: la speranza di vita, la partecipazione elettorale (cavallo di battaglia di questa giunta), la fiducia nel governo comunale, la rappresentanza delle donne nelle istituzioni comunali e il part-time involontario. Ma anche rapine, borseggi e violenze sessuali. Fino alla raccolta differenziata, la qualità dell’aria, il degrado ambientale e i trasporti.

LE PRIORITÀ Sembra di scorrere le priorità assegnate con un clic al programma elettorale del M5S. Alcuni valori, rileva il rapporto, stanno persino peggiorando. Uno su tutti? I rifiuti. Il voto dei cittadini per i principali aspetti del servizio descrive un quadro insoddisfacente, in peggioramento nel corso del 2019. «I servizi più critici sono quelli della pulizia delle strade e delle aree intorno ai cassonetti, ma anche la dotazione dei cestini è ritenuta assolutamente inadeguata (tutti e tre gli aspetti registrano i voti più bassi)», si legge nel rapporto. Restando all’ambiente, tra le cifre inserite nel Dup spicca, in negativo, anche la situazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani: nel 2018 (dato più recente inserito dalla giunta nel documento, la percentuale di materiali avviati al riciclo è stata complessivamente il 42,9 per cento - addirittura in calo rispetto all’anno precedente - contro una media nazionale del 58,1 per cento e un dato regionale (spinto verso il basso proprio dalla Capitale) che comunque si attesta complessivamente su un più decoroso 47,3 per cento. Persino la funzionalità dei cassonetti soddisfa solo il 13 per cento degli utenti. E anche i giudizi sul patrimonio culturale fanno intravedere una città che non crede in sé stessa: nonostante i valori migliori per l’attrattività dei musei e delle aree archeologiche, «si affianca una spesa pro-capite inferiore rispetto alla media dei grandi comuni». Roma spende 33,3 euro pro capite per la valorizzazione del proprio patrimonio culturale, contro 41,1 euro pro capite spesi in media dagli altri grandi comuni italiani, tra cui Firenze che spende 101 euro pro capite.

LA MOBILITÀ La situazione della mobilità è molto critica: si segnala una minore velocità dei mezzi pubblici su gomma (13 chilometri orari in confronto ai 19,2 della media italiana), la differenza tra le medie sulla velocità dei tram è ancora più ampia. In generale il giudizio espresso a Roma per i servizi di mobilità di superficie «appare fortemente negativo se confrontato con la media nazionale: solo il 6,9 per cento degli utenti assidui ha espresso un voto uguale o superiore a 8, contro il 17,8 per cento del totale Italia», si legge ancora nel documento di programmazione capitolino. Incubo ingorghi: a Roma circolano circa 2 milioni 355 mila veicoli che, in rapporto alla superficie comunale, si traducono in una densità di veicoli per chilometro quadrato pari a 1.830. Un valore notevolmente superiore alla media nazionale, dove l’indicatore si attesta su 171 veicoli per chilometro quadrato. 

LA CURA Per quanto riguarda le politiche sociali, poi, la percentuale di anziani trattati in assistenza domiciliare integrata a Roma è pari all’1,9 per cento del totale della popolazione con più di 65 anni, mentre raggiunge il 2,7 nella media nazionale. Tutto ciò si ripercuote inevitabilmente nel grado di fiducia dei cittadini nei confronti del governo comunale, più basso nella Capitale rispetto al resto d’Italia: a Roma il voto medio espresso è 3,7, contro una media nazionale di 4,6. E così anche la partecipazione elettorale: nella Città eterna vota abitualmente il 52 per cento degli aventi diritto, mentre in Italia il dato medio dell’affluenza alle urne è del 58,7 per cento e nel Lazio del 56,4.

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