Quota 100 svuota anche l'Atac: 350 autisti e macchinisti possono andare in pensione con le nuove norme

Quota 100 svuota anche l'Atac: 350 autisti e macchinisti possono andare in pensione con le nuove norme
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Domenica 10 Marzo 2019, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 10:54
Via dall'Atac, tutti a bordo delle scialuppe di Quota 100. Autisti, macchinisti, controllori. Tra i 300 e i 350 dipendenti potrebbero lasciare la municipalizzata dei trasporti entro fine anno. Quasi il doppio di quanto era stato calcolato a inizio anno (meno di 200, la prima stima), col rischio che soprattutto sulla metropolitana, sulle linee A e B, diversi turni rimangano sguarniti, considerato che già oggi la coperta dei macchinisti è cortissima.
Quasi 150 lavoratori hanno già fatto richiesta all'ufficio Personale. Per la società di via Prenestina non è un impaccio da poco. Perché a differenza di tante altre pubbliche amministrazioni, dove comunque la riforma delle pensioni produrrà più di un disagio, il contratto degli autoferrotranvieri non prevede praticamente alcun preavviso al datore di lavoro. Basta spedire la lettera di dimissioni il mese prima, per quello successivo.

L'OSTACOLO
Un bug che rende più complicata la gestione delle uscite e ingarbuglia, di conseguenza, la programmazione delle assunzioni, uno dei dossier più delicati per la partecipata del Campidoglio, che per macinare più chilometri dovrà assumere 620 autisti da qui al 2021.

Il settore più in sofferenza è quello della metropolitana, fatta salva la linea C, che viaggia con i moderni treni driverless, insomma senza conducente. Già oggi le metro A e B sono a corto di macchinisti e l'impatto di Quota 100 rischia di svuotare ulteriormente la pattuglia dei conducenti. Rimpiazzarli, poi, non è operazione facile. A differenza di quanto avviene per gli autisti dei bus, per abilitare il macchinista di un treno passeggeri serve un anno, almeno. La trafila è lunga: chi si candida deve passare 5mila chilometri in cabina di guida con un collega esperto, tocca superare un esame spacchettato in tre prove (scritta, orale e pratica), da ultimo si ottiene il patentino di abilitazione, il tutto sotto la supervisione del Ministero dei Trasporti. Un percorso che non si può chiudere nello spazio di qualche settimana.

I TEMPI
Lo sa bene il direttore del Personale dell'Atac, Cristiano Ceresatto, che difatti, per ridurre al minimo i disagi «organizzativi e funzionali», ha appena spedito una lettera a tutti i dipendenti, oggetto: «Domande di pensionamento e Quota 100». «Gli organici - scrive il capo delle Risorse Umane del colosso dei trasporti - potrebbero subire significative variazioni in relazione al livello di adesione al trattamento previsto» dalla riforma delle pensioni. Per questo è stato chiesto a tutti gli interessati di prenotare con un certo margine la propria uscita. E di farlo sapere all'azienda «entro il prossimo 15 aprile 2019». «Le dimissioni - c'è scritto ancora nella circolare - devono essere presentate sia online che in forma scritta almeno 30 giorni prima del collocamento in quiescenza».
Per gli autisti dei bus, i disagi dovrebbero essere limitati. Per rispettare quanto previsto nel piano di concordato, l'Atac ha già bandito il primo concorso per arruolare i primi 200 conducenti. E la procedura, in questo caso, è più veloce. Per la metro, prima ancora che si parlasse di Quota 100, era stata lanciata una ricognizione interna - un job posting, per dirla all'inglese - per capire quanti dipendenti fossero disponibili a cambiare mansione e mettersi alla guida di un convoglio. Si sono candidati, un po' a sorpresa, in 330, anche se l'azienda contava di selezionarne tra i 40 e i 55, per coprire i buchi di organico già presenti, con l'obiettivo di spedirli sui treni nell'arco di due anni. Ma forse ora, col rompete le righe dei prepensionati, tempi e modi potrebbero cambiare.
L. De Cic.
 
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