Ostia, quindicenne chiama Uber e prova a rubare l'auto. Ma non la sa guidare

Il centro commercio Le Terrazze di Casal Palocco
di Moira Di Mario
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Domenica 14 Febbraio 2021, 10:00

Prenota un’auto Uber con conducente, estrae una pistola giocattolo e tenta di rapinare la berlina. Ha solo 15 anni il ragazzino denunciato dagli agenti della Polizia del X Distretto Lido di Roma, diretto da Antonio Mendolia. Sono le 8 di sera del 2 febbraio: l’adolescente chiama Uber, chiede una vettura di rappresentanza con autista e paga con la carta di credito della mamma.

Esce da casa, percorre poche centinaia di metri per evitare che i genitori o qualche vicino lo notino e aspetta la Mercedes Classe E 220. Sale e chiede di essere accompagnato al centro commerciale Le Terrazze di Casal Palocco. Il conducente non si insospettisce. Il ragazzino è alto un metro e novanta, ha il viso coperto dalla mascherina e da un cappuccio. La voce sembra quella di un adulto.

Arrivati a destinazione, il baby rapinatore estrae dal giubbotto una pistola (successivamente scoperta essere un giocattolo, ndr) e ordina all’autista di scendere e di lasciare le chiavi inserite. Il conducente, terrorizzato, ubbidisce, si allontana e chiede aiuto ai negozianti del centro commerciale che spaventati si chiudono però dentro ai locali lasciandolo fuori.

Intanto il 15enne tenta di far partire la macchina, ma non ci riesce.

Quell’auto, circa 60mila euro di valore, ha il freno a mano elettrico, il cambio automatico e lui non la sa guidare. Non gli resta che tornare a casa a piedi. L’autista, che assistite alla scena, aspetta che il rapinatore si allontani, recupera la berlina e denuncia poi tuttonalla Polizia a cui fornisce anche l’identikit del presunto rapinatore.

Gli agenti ricostruiscono i movimenti della carta di credito, visionano le immagini delle telecamere della zona, le comparano con la descrizione fornita dal conducente e arrivano a casa del 15enne che viene accompagnato con i genitori negli uffici del X Distretto. Davanti a mamma e papà l’adolescente è reticente, poi gli investigatori riescono a farlo parlare e ammette di essere stato lui a prenotare la Mercedes e a usare la pistola giocattolo. «Volevo fare un giro su un’auto di rappresentanza con l’autista», si giustifica con i poliziotti.

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