Roma, pronto soccorso in tilt: 57 ambulanze bloccate. San Camillo, stop ricoveri

Roma, pronto soccorso in tilt: 57 ambulanze bloccate. San Camillo, stop ricoveri
di Flaminia Savelli
4 Minuti di Lettura
Martedì 3 Novembre 2020, 00:17

Ambulanze bloccate, pronto soccorso in tilt e posti letto nei reparti esauriti. All’ospedale San Camillo è partito ieri l’ordine del blocco dei ricoveri ordinari, per evitare un ulteriore sovraccarico della struttura dopo il massiccio afflusso di pazienti malati di Covid-19. In serata l’allarme è scattato anche al Gemelli, al San Filippo Neri, al Sant’Eugenio, al Vannini e al Policlinico Casilino. Con 57 ambulanze bloccate nei piazzale perché trasformate in ambulatori.

LEGGI ANCHE Covid Lazio, bollettino oggi 2 novembre 2020: 1.859 nuovi casi (963 a Roma), 23 morti

Nella struttura sulla Gianicolense, ancora ieri, è scattato il blitz di una squadra di uomini della Rls, Rappresentati dei lavoratori per la sicurezza, ha eseguito gli accertamenti tra il pronto soccorso e le sale d’attesa. Dove i pazienti stazionano da giorni nei corridoi e nelle sale d’attesa per i parenti. È stata quindi depositata la relazione in cui si legge che: «L’ambiente è inadeguato al volume di pazienti, sporco e senza percorsi separati». Il documento è stato i inoltrato alla direzione generale e sanitaria dell’ospedale. Con la richiesta di un incontro e l’avvio di un tavolo di lavoro. 
Mentre al policlinico Gemelli, un’unità di degenza internistica viene convertita temporaneamente per accogliere i positivi al che hanno preso d’assalto il Dea.

LE DIRETTIVE
Il provvedimento del San Camillo, firmato ieri dal direttore sanitario Daniela Orazi, è indirizzato per «consentire il riassorbimento dei pazienti del pronto soccorso e la riconversione di aree assistenziali ad assistenza per pazienti Covid», visto proprio il sovraffollamento del reparto di emergenza da parte di persone positive.

Le direttive emanate vietano, almeno sulla carta, «la degenza nella stessa stanza di contagiati» con altri malati. Non solo: fino al trasferimento ai reparti riservati, gli infetti devono essere isolati, «anche abbattendo postazioni assistenziali o utilizzando locali differenti», come «aree di ambulatori o di prestazioni diagnostiche».

LA RICONVERSIONE 
Al Gemelli, invece, per trovare nuovi posti letto da destinare ai malati di Coronavirus à stato convertita un’area di degenza internistica «stante l’assenza di alternative utilmente percorribili in tempi brevi». Contestualmente per questo reparto sono stati sospesi i ricoveri ordinari e rimodulata l’offerta assistenziale «al solo scopo di garantire la necessaria continuità» di cura ai pazienti già ospitati in quell’area. La riconversione di questa unità ha permesso di mettere altri 16 letti a disposizione dei pazienti di Covid.

I NUMERI 
L’ultima richiesta di intervento è finita proprio sulla scrivania della direzione sanitaria del San Camillo, in queste ore. Quando il numero dei pazienti in area ricovero ha toccato quota 67 di cui 41 in attesa di ricovero. Di questi, 35 positivi: 7 bloccati nella sala attesa parenti e altri 10 tra il corridoio di Emergenza e il triage. Nella stessa nota, i sanitari sottolineano inoltre che «un paziente con tubercolosi in fase attiva è in attesa di ricovero nella sala verde da 8 giorni». 
Lo stesso si registra al pronto soccorso di Tor Vergata e al policlinico Umberto I dove, ancora ieri mattina, i pazienti in attesa di ricovero erano 60.

L’EMERGENZA
Pazienti positivi mischiati ai malati con altre patologie, carenza di posti letto e mancanza di personale: denuncia Roberto Chierchia, segretario Cisl. Negli ospedali della capitale, da settimane sotto pressione per l’impennata di contagi, alla carenza di posti letto si somma anche la mancanza di medici e infermieri. Un allarme lanciato anche dalla Pisana che ha aperto un bando di gara per reclutare 176 anestesisti e pneumologi in pensione. In 52 hanno risposto alla prima chiamata. Gli uffici competente stanno già verificando le candidature dei dottori che dal prossimo mese torneranno in servizio nei reparti di terapia intensiva, rianimazione e cardiologia. Sono stati invece già chiamati gli specializzandi di terapia intensiva. Per gli infermieri, in fine, si sta procedendo con le chiamate dirette dalla lista tra i vincitori dell’ultimo concorso del 2018. Ma: «Non è stato organizzato nessun piano di assunzione – prosegue il segretario Chierchia – quest’estate, quando il numero dei contagi era sotto controllo e la situazione della rete sanitaria e ospedaliera gestibile, la Regione non ha pianificato un servizio di emergenza. Ora tutti gli ospedali sono in sofferenza e a rimetterci sono sia i pazienti che il personale stesso costretto a lavorare in queste condizioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA