Ad Ostia, il quartiere di Roma che affaccia sul mare, era attivo un clan mafioso. È quanto ha sancito la Corte d'assise di Roma che ha condannato 17 appartenenti ed affiliati al clan degli Spada, infliggendo anche tre ergastoli a quelli che per la Procura di Roma sono i capi indiscussi del sodalizio: Carmine Spada, detto Romoletto, Roberto Spada, già condannato per la vicenda della testata ad un giornalista della Rai, e Ottavio Spada, detto Marco. In totale i giudici, dopo oltre 10 ore di camera di consiglio, hanno disposto condanne per complessivi 147 anni di carcere e assolto 7 imputati. I reati contestati vanno dall'associazione di stampo mafioso, all'omicidio, all'estorsione all'usura.
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Ad attendere la sentenza, nell'aula bunker di Rebibbia, anche la sindaca Virginia Raggi insieme al presidente della commissione antimafia Nicola Morra. «Questa sentenza - commenta a caldo Raggi - riconosce che sul litorale di Roma c'è la mafia. Si può parlare di mafia a Roma. Ringrazio magistratura e forze dell'ordine e soprattutto quei cittadini che denunciano la criminalità. Io sono qui per stare accanto a quei cittadini. Restituire fiducia ai cittadini onesti che per troppo tempo hanno avuto paura».
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Tra le condanne, inflitti 16 anni a Ottavio Spada, detto Maciste, 9 anni Nando De Silvio, detto Focanera, e 8 anni a Ruben Alvez del Puerto, coinvolto anche lui nell'aggressione al giornalista Rai. Assolti, invece, Armando Spada, Enrico Spada, Roberto Spada detto Ziba omonimo del condannato all'ergastolo, Francesco De Silvio, Sami Serour, Stefano De Dominicis e Roberto Sassi.
Il procedimento è legato agli arresti avvenuti il 25 gennaio 2018 nel corso dell'operazione «Eclissi» in cui i magistrati di piazzale Clodio hanno contestato l'associazione a delinquere di stampo mafioso. Tra i reati ipotizzati anche l'omicidio, l'estorsione e l'usura.
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