Cremazioni, nuovo caso a Prima Porta: «Il corpo di mio padre in attesa da 50 giorni»

Cremazioni, nuovo caso a Prima Porta: «Il corpo di mio padre in attesa da 50 giorni»
di Laura Bogliolo
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Venerdì 2 Ottobre 2020, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 09:52

«Ho gli incubi, immagino mio padre abbandonato, senza più dignità, dimenticato nel deposito della camera mortuaria del cimitero Prima Porta». È da 56 giorni che Federica Forte, 62 anni, aspetta una risposta dai Cimiteri capitolini, da quel 6 agosto quando ha dato l'ultimo saluto a papà Giorgio morto a 92 anni all'ospedale Sant'Eugenio. «Voleva essere cremato ed è questa la richiesta fatta da mia madre».
I genitori di Federica sono indigenti, hanno alle spalle una storia difficile conosciuta dai servizi sociali. «Ci hanno detto che secondo una delibera capitolina il mio papà ha diritto alla cremazione gratuita» racconta l'unica figlia.

LA BUROCRAZIA
La famiglia non naviga in buone acque e la moglie, anche lei indigente, chiede aiuto al Comune. «Dopotutto era un diritto di papà» sottolinea Federica che si fa inviare dai servizi sociali del Comune l'attestazione sullo stato di indigenza. «La richiesta di cremazione è firmata dalla moglie del defunto, ho consegnato la documentazione il 5 agosto», spiega Vittorio Pavoncello della Gan Eden. Pavoncello e Federica pensavano che in breve avrebbero ricevuto una risposta sulla data di cremazione. Ma non è stato così. «Ogni giorno aspetto con ansia che squilli il telefono e mi dicano che finalmente questa orribile storia sia finita». Ma la risposta non arriva. «Non auguro a nessuno di vivere un dolore simile: non so quale sia il problema e pretendo di conoscerlo». Pavoncello spiega: «La delibera di giunta del Campidoglio del 25 giugno 2010 assicura la gratuità del servizio di inumazione e cremazione nel caso di salme di persone indigenti o appartenenti a famiglie bisognose attraverso un'attestazione resa dai servizi sociali del Comune di Roma».
L'Ama fa sapere: «Aspettiamo il via libera dal Comune». E aggiunge: «La tempistica delle cremazioni rispetta lo standard previsto dal Contratto di Servizio». La famiglia chiede solo di sapere quale sia il motivo del ritardo, devono pagare o no? Quale è il problema? Federica con difficoltà ha sostenuto le spese del funerale: «Vivo con il reddito di cittadinanza e non ho un'abitazione, nonostante fosse un diritto di mio padre avere il cosiddetto funerale dignitoso gratuito, mi sono rifiutata di saperlo sotto terra in mezzo ai senzatetto, allora con l'aiuto di alcune persone e la vendita di anellini d'oro sono riuscita a pagare un funerale decente anche grazie a Pavoncello che ha capito la situazione».

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LE SEGNALAZIONI
E aspetta da quasi due mesi che qualcuno comunichi chiaramente quale sia il motivo di tanto scempio. «Il dolore di mia madre è indescrivibile, ha 89 anni, si sta consumando sapendo che il marito con cui è stata sposata per 64 anni è depositato lì, da solo, come un pacco». Pavoncello ha scritto più volte al Campidoglio.
Il 28 agosto la risposta dal Gabinetto del sindaco: «La segnalazione è stata inoltrata alla Direzione dei Cimiteri Capitolini». «Né io, né la famiglia sappiamo quando Forte verrà cremato» aggiunge Pavoncello. Soltanto ieri hanno avuto una risposta, Ama farà una eccezione, la cremazione si farà domani, ma Federica dovrà pagare comunque il diritto di affido e le spese fisse, circa 100 euro. E l'urna verrà consegnata soltanto il 17 ottobre. «Ma ho un altro caso simile e mi hanno già detto che dovrò comunque aspettare il nullaosta del Comune».
Si preannuncia un'altra odissea quindi, mentre al Laurentino le sepolture sono bloccate per mancanza di spazio.
 

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