Roma, schizza il prezzo del pane: «Gli aumenti fino al 33%». Un chilo di casareccio a 4 euro

Il cornetto ora si paga 1,20 euro (più 20%). L’analisi della Cna Roma sui fornai capitolini: «Adesso si compra di meno»

Roma, schizza il prezzo del pane: «Gli aumenti fino al 33%». Un chilo di casareccio a 4 euro
di Giampiero Valenza
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Venerdì 9 Settembre 2022, 06:44 - Ultimo aggiornamento: 06:53

Con gli stessi soldi che avremmo speso dal fornaio qualche mese fa, di fatto oggi compriamo un terzo in meno di pagnotta casareccia. Ed è questo uno degli effetti del rincaro dei costi che è piombato sulle tavole dei romani. Secondo un'analisi della sede romana della Cna, la Confederazione nazionale dell'artigianato, infatti, gli aumenti medi dei costi energetici e delle materie prime sono andati a finire tutti sulla filiera. Quindi, su chi i prodotti li realizza e, a cascata, su chi quegli stessi beni li acquista.

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Prima del conflitto russo-ucraino un chilo di pane casareccio veniva in media tre euro al chilo.

Oggi viene venduto a 4 euro (+33%). Secondo l'organizzazione degli artigiani, per avere lo stesso incasso che i fornai avevano in precedenza, al bancone quella stessa pagnotta dovrebbe essere venduta a 4,50 euro. Invece, non è così e hanno dovuto anche loro tirare sul prezzo. A soffrire di più sono anche gli amanti del pane all'olio (costava 5 euro al chilo, ora viene 6,50, con un rincaro del 30%) e quello al latte (veniva 5,50 euro, ora viene 6,50, +18%). Gli aumenti hanno toccato anche la classica rosetta: il suo prezzo si attestava sui 3,50 euro al chilo, ora è a 4 (+14%).

E la mannaia si è abbattuta anche su un altro rito romano, quello della pizza comprata direttamente del fornaio. Ebbene, un chilo di pizza bianca è passato da 10 a 11 euro (+10%) e altrettanta quantità di pizza rossa viene venduta a 12,50 euro (+13%, prima era a 11 euro). E il cornetto è passato da un euro a un euro e venti centesimi (+20%). «Abbiamo già notato una riduzione dei consumi - dice Maria Fermanelli, presidente di Cna Roma - Ma la crisi delle materie prime non è nata da zero e non è solo la conseguenza della guerra: è una situazione complessa che sta vedendo gli artigiani agire con senso di responsabilità».


LE SOLUZIONI
Gli artigiani di Cna lanciano un appello al Campidoglio per promuovere la realizzazione di «comunità energetiche» in grado di produrre, attraverso le fonti rinnovabili, energia pulita. «È molto importante che si arrivi a ciò anche a Roma - prosegue Fermanelli - la parola d'ordine deve essere l'autoproduzione energetica per fare in modo che poi si contengano anche i costi. Ci sono superfici sui condomini e sugli stabilimenti che si prestano benissimo a progetti del genere. E non è pensabile pensare a soluzioni, a Roma, che prescindano dalla piccola e media impresa». «Noi immaginiamo comunità energetiche territoriali che permettano, tenendo insieme pubblico e privato, di produrre energia da rivendere alle attività produttive dell'intera città - conclude la presidente di Cna Roma - Queste soluzioni, poi, aiuterebbero tutti i quartieri della Capitale».
 

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