Vaccino Lazio, D'Amato: «La Regione in credito di dosi, il governo deve restituirle»

Vaccino Lazio, Alessio D'amato: «Il Lazio in credito di dosi, il governo deve restituirle»
di Francesco Pacifico
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Martedì 27 Aprile 2021, 00:14 - Ultimo aggiornamento: 18:04

«Almeno ci “restituiscano” i 100mila vaccini che iniettiamo a gente non residente nel Lazio: parlo del personale diplomatico straniero o gli italiani che vivono all’estero e sono rientrati a Roma. Per non parlare di tutti quelli che hanno chiesto il domicilio nel Lazio perché qui vengono vaccinati prima». Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità, è sempre più preoccupato per i ritardi sulle consegne delle fiale: «Abbiamo prenotazioni per oltre 2 milioni di somministrazioni, ma al momento ci hanno confermato poco più di un milione di dosi».

E le vaccinazioni slitteranno?

«Non vogliamo far slittare nulla. Certo, se non c’è un’inversione di tendenza sulle forniture, dovremo rallentare, rivedere i tempi e i traguardi che ci siamo preposti. Per esempio a maggio vogliamo completare i 70enni e fare il grosso dei 60enni».
Guardiamo ai numeri.
«A livello di prenotazioni, nei prossimi 45 giorni, 1,3 milioni di persone dai 60 anni in su hanno fissato un appuntamento. Da oggi si potranno prenotare anche gli under60 con esenzioni per malattie come tumori o cardiopatie, che sono altri 180mila. A questi vanno sommati i 600mila laziali che devono ricevere il richiamo con AstraZeneca».
Questa è solo una faccia della medaglia.
«L’altra ci dice che, sul versante delle consegne, a oggi abbiamo conoscenza, certezza soltanto dell’arrivo di 1.173.570 fiale a maggio. C’è un differenziale di un milione di dosi».
Il governo ripete che arriveranno più farmaci.
«Se arriveranno più dosi, le cose cambiano, ma al momento solo Pfizer e Moderna hanno aumentano le quantità. Di AstraZeneca sappiamo soltanto che a inizio maggio arriveranno 186mila fiale. Johnson&Johnson, che vale doppio perché non necessità di richiamo, ne manderà 15mila. Intanto abbiamo oltre mille casi di Covid al giorno».
Ieri hanno riaperto in molti.
«Non vorrei che certi comportamenti che ho visto, finiscano per essere benzina per nuovi contagi. Non è un liberi tutti e a tornare in rosso è un attimo».
Alcuni Paesi come la Danimarca hanno dosi di AstraZeneca che non useranno.
«E volete che le comprino le Regioni? Quando abbiamo posto il tema dell’acquisto delle dosi, il governo ci ha detto che non potevamo muoverci autonomamente e di attenerci alla cornice dell’Unione europea.

C’è stato un divieto a ordinarle fuori dai canali comunitari. Va bene, rispetteremo le regole, ma a questo punto chiediamo di essere messi nelle condizioni di vaccinare i nostri abitanti».

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Come? Dandovi i vaccini?
«Non solo. Intanto vanno chiarite e rese pubbliche le reali forniture di AstraZeneca e Johnson&Johnson. Di più, chiediamo che il governo ci comunichi con un margine di 45 giorni le quantità a disposizione. E non solo».
Cioè?
«Si deve riconsiderare il tetto dell’età per AZ e J&J. È solo una raccomandazione l’utilizzo sopra i 60 anni, ma se l’Aifa la rivedesse, daremo Johnson&Johnson a un milione di persone».
Su questo fronte voi non sarete “rigidi”.
«Noi, facendo firmare un consenso informato rafforzato, permetteremo anche a chi sotto i 60 anni di poter scegliere questi due vaccini. E chi lo farà, potrà essere vaccinato già a maggio, magari con una dose sola. E senza dover aspettare altre settimane per ottenere Pfizer o Moderna. Anzi, ne approfitto, per raccontare una storia».
Prego?
«Ho saputo di anziani, che non ne hanno voluto sapere di vaccinarsi per paura degli effetti collaterali, sperando di avere un farmaco di un’altra marca. Alla fine si sono ammalati loro e hanno fatto ammalare i loro familiari. Tutti i vaccini sono uguali».
Appunto, ci sono 30mila anziani che non si sono vaccinati.
«E per quanto possono apparire poco, sono un grande problema. Abbiamo dato ai medici di base la lista dei loro pazienti che non si sono ancora prenotati e chiesto loro di chiamarli per esercitare sia un recall sia una sorta di moral suasion sui dubbiosi, anche se la vaccinazione resta volontaria. È una sorta di ultimo avviso ai naviganti».
Siamo vicini all’estate, il Lazio per che cosa utilizzerà il pass vaccinale?
«Intanto ci coordineremo con quello che stabiliranno il governo e l’Unione europea. Noi abbiamo caricato già mezzo milioni di certificati sul fascicolo elettronico, ma per venire incontro agli abitanti del Lazio, soprattutto quelli più anziani, abbiamo chiesto ai medici di base di poter visionare il certificato anche da loro».
 

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