Premio Messaggero per i giovani. «La vera libertà? Essere se stessi e amare gli altri»

Premio Messaggero per i giovani. «La vera libertà? Essere se stessi e amare gli altri»
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Domenica 31 Gennaio 2021, 00:39 - Ultimo aggiornamento: 17:16

Continua l’iniziativa letteraria dedicata alla memoria di Emanuele Morganti e Willy Monteiro Duarte. Dallo scorso 20 gennaio siamo entrati nella terza fase e le modalità per partecipare, riportate a fianco, sono le consuete. Oggi pubblichiamo altri tre elaborati della terza fase arrivati in redazione.

 

Vivere in un mondo che ami la diversità

Benedetta Capece, 17 anni

«Viviamo in uno stato democratico in cui ognuno è libero di pensare e agire come crede sia giusto». Troppe volte, al giorno d’oggi si sente dire questa frase che ormai sembra essere entrata a far parte del glossario delle frasi fatte. Ma chi realmente si sente così libero di essere se stesso? Credo che questo avanzare continuo dei social media abbia creato una società fortemente legata al giudizio degli altri, all’estetica, all’aspetto più materialistico delle cose; sembra quasi che abbiamo perso la nostra vera essenza e personalità, conformandoci a ciò che dalla maggioranza è considerato “alla moda” che ci impedisce di dichiarare le nostre opinioni apertamente. Oggi è più importante avere il maggior numero di like su una foto che non ci rappresenta piuttosto che su una che esprime le nostre vere passioni. 
In questi tempi in cui la pandemia ci ha imposto l’isolamento, abbiamo subìto “l’effetto social”, ovvero, la dipendenza da questi social network che costantemente ci propongono bellezze e stili di vita “perfetti”; spingendoci ad aspirare incessantemente a questa perfezione, impossibile da raggiungere, perché, vi do una notizia, è inesistente. Dunque, alla domanda “cos’è importante per me?”, rispondo che per me è importante vivere in una società in cui mi senta accettata per le mie opinioni, per il mio modo di vivere e per tutto ciò che mi rende diversa dagli altri.

Una società che incoraggia le diversità anziché intimorirle. Mi piacerebbe un mondo in cui, una donna non si debba sentire giudicata solo per la sua estetica. Un mondo in cui gli adolescenti non soffrano di gravi disturbi alimentari perché aspirano a una perfezione inesistente. Per me è importante che un giorno nessuno si senta più come un pesce d’acqua dolce mandato in pasto agli squali perché intimorito dalle proprie particolarità, ma piuttosto sia fiero di condividerle con gli altri. Perché un mondo in cui tutti riescono ad essere loro stessi è un mondo realmente moderno e democratico.

La paura di non aver fatto abbastanza

Sofia Bonanni, 15 anni

Sento il rumore assordante della sveglia che suona accanto alla mia faccia. Cerco il cellulare con la mano e tocco lo schermo senza guardare sperando di riuscire a spegnerla. Appena ci riesco la sento. Quella sensazione. Il mio corpo è inchiodato al materasso, non riesco a muovermi di un centimetro. È troppo faticoso. Provo a sollevare un piede. Niente. È come se il mio corpo fosse pieno di sabbia. Sofia è nella tua testa, alzati e muoviti. 
Sposto il piede fino al bordo del letto e lo lascio cadere per costringermi ad alzarmi. Sollevo il busto e con la vista appannata e gli occhi socchiusi vado verso il bagno. Il gelo dell’acqua mi fa pentire di essermi alzata. Mi dirigo di nuovo verso camera mia. Mi siedo alla scrivania senza nemmeno provare a prendere qualcosa da mangiare. Tanto non ci riesco e non ne ho voglia. Accendo il computer, con poca voglia cerco il link della prima lezione e mi collego. Matematica. Accendo la telecamera e rimango li immobile per un’ora intera, senza capire nulla e con la paura costante di essere chiamata o di chiedere qualcosa e poter sembrare inopportuna. Passo altre cinque ore allo stesso modo. Senza nemmeno riuscire a rimanere concentrata per più di dieci minuti. 
Mi alzo, vado in cucina e mangio il mio primo pasto della giornata. Poi torno subito a sedermi e provo a finire tutti i compiti per il giorno dopo. Troppo difficile. Dopo dieci minuti di studio prendo il telefono e lo guardo mezz’ora, poi decido di riprovare. Rimango per ore incollata ai libri finché non arriva l’ora di cena. Vado a mangiare. Mi viene l’ansia per l’interrogazione di fisica del giorno dopo. Torno a studiare. Ripeto e ripeto fino a mezzanotte. Sono troppo stanca. Vado a letto insoddisfatta e con la paura di non aver fatto abbastanza nemmeno oggi. Ho vissuto un’altra giornata senza vivere.

Amicizia, uno specchio che riflette la nostra vita

Alessia Scaloni, 17 anni

L’adolescenza è un periodo particolare e pieno di cambiamenti nel quale l’individuo sviluppa varie idee e nuovi valori. Mentre in età infantile il valore primario è la famiglia, entrando nell’età adolescenziale si aggiungono altri valori, quali l’amicizia, la solidarietà sociale, l’onestà, la libertà, l’uguaglianza e il rispetto verso ogni essere umano. Molti adolescenti, seppur considerati ancora troppo giovani per sapere certe cose, preservano questi o altri valori con cura. 
L’amicizia ad esempio per me è molto importante poiché mi permette di confrontarmi con delle persone che non sono parte della mia famiglia, di dire quello che penso tranquillamente senza essere giudicata, e di conoscere meglio l’altra persona e persino me stessa; l’amicizia ha anche cambiato la fiducia e la stima che avevo nei miei confronti sia in maniera positiva che in maniera negativa. 
Sono convinta però che in alcuni casi sia le amicizie giuste che quelle sbagliate in qualche modo ci aiutino a crescere, a maturare, anche se quest’ultima in una maniera decisamente più brusca. Esperienze come queste mi hanno fatto dubitare di me stessa, delle mie capacità, facendomi sentire inferiore, ma nonostante tutto sono questi i percorsi che mi hanno spronato ad avanzare per la mia strada, a smettere di ascoltare le persone bugiarde e a far entrare nella mia vita le persone che credono in me. 
Un altro valore molto importante secondo me è il rispetto, quello verso gli altri:dunque prendere in considerazione i pensieri dell’altra persona e agire con la consapevolezza di non essere il solo a decidere per tutti, oppure di non oltraggiare mai la fede di un individuo o quello in cui crede come le sue idee, i suoi sogni o la sua felicità. 
Ci dev’essere anche il rispetto per se stessi, ovvero considerare la propria persona alla pari rispetto agli altri, pensare di avere gli stessi diritti degli altri o di poter essere amato come gli altri.

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