Roma, porta via il figlio al marito con la scusa del lockdown: il giudice ordina il rientro

La sede del tribunale civile di Roma
di Giuseppe Scarpa
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Martedì 28 Aprile 2020, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 12:26
Per il pericolo contagio Covid-19 una mamma porta il figlio di 6 anni in una casa in Trentino. Isolati, in mezzo alle montagne e lontano, quindi, dal Coronavirus. Pargolo, però, portato lontano anche dal padre. L'ex marito della signora non ha digerito il progetto messo in atto dalla donna e ha innescato una battaglia civile per poter riabbracciare il figlio. Infatti l'uomo non poteva recarsi dal bambino perché, nel frattempo, era calata la saracinesca del lockdown.
Una querelle giudiziaria vinta dal papà e che adesso obbliga l'apprensiva ex a far rotta su Roma con il figlio al seguito, in modo tale che l'uomo possa riabbracciare il figlio nei giorni in cui gli spetta. A stabilirlo il giudice Annamaria Di Giulio con un'ordinanza di pochi giorni fa.

È il 6 marzo, pochi giorni prima della chiusura nazionale. La donna intuisce la stretta che presto si abbatterà sul Paese, prepara le valigie e fa rotta su un paesino incastonato nelle Dolomiti: aria pura, pochi contatti con estranei e pc per seguire le lezioni. Queste le motivazioni della signora. C'è tutto, insomma, per passare il tempo. Peccato che, di tutto questo progetto, non sia stato coinvolto il suo ex e padre del bambino. L'uomo non fa in tempo a protestare che il 10 marzo l'Italia si blocca. Il padre fa presente la situazione. Cerca di convincerla con le buone: «Mi manca il piccolo, anche lui è giusto che stia con me». Le sue argomentazioni non vengono accettate. E anzi la signora replica «egoismo che mal si attaglia ad un consapevole esercizio della responsabilità genitoriale». Ovviamente il padre non ci sta e decide di andare per le vie legali.
Il giudice, in pochi giorni, emette un'ordinanza dal carattere perentorio: «La signora è ammonita a dare immediata attuazione a quanto disposto (che l'ex possa vedere il figlio, ndr), pena la possibile adozione nei confronti della stessa di provvedimenti sanzionatori. Adottando, in ogni caso, le cautele previste dalla vigente normativa in tema di spostamenti nelle città e rispettando le misure di igiene previste nei provvedimenti adottati per l'emergenza Covid-19».
Insomma la donna deve rientrare nella Capitale. Soddisfatta della decisione del giudice, il legale dell'uomo, l'avvocato Violetta Dosi: «deve essere in ogni caso garantita la frequentazione tra entrambi i genitori e i figli nonostante le misure di distanziamento sociali attualmente in vigore».
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