Roma, crollo a Ponte Milvio: «Nessun colpevole». A rischio anche gli altri palazzi

Roma, crollo a Ponte Milvio: «Nessun colpevole». A rischio anche gli altri palazzi
di Michela Allegri
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Martedì 5 Marzo 2019, 08:57

Nessun colpevole per il crollo della palazzina in via della Farnesina numero 5, a Ponte Milvio, avvenuto nel 2016. La Procura di Roma ha chiesto di archiviare l'inchiesta per disastro colposo, nella quale erano stati iscritti sul registro degli indagati i proprietari degli appartamenti all'interno dello stabile che, se da un lato hanno scampato il rischio di confrontarsi con una contestazione penale, ora potrebbero vedere sfumare ogni possibilità di ottenere qualsiasi risarcimento.

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Ma c'è di più: il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, titolare del fascicolo, ha inviato al Campidoglio la relazione dei consulenti, da cui emerge un dato choc: la situazione di pericolo era stata segnalata addirittura nel 2001 e, soprattutto, altri palazzi costruiti nella stessa area sono a rischio crollo. Per due motivi: la conformazione del terreno - friabile e inadatto a reggere il peso di un immobile - e la presenza di un canale di scolo sotterraneo, oggi coperto dall'asfalto e scomparso dalle mappe della città. Era stata l'ingegnere Lucrezia Le Rose, consulente nominato dagli inquirenti, a scoprire che, proprio sotto l'edificio crollato, scorreva un grande fosso riempito alla meglio nel dopoguerra e poi cancellato dalle cartografie del Campidoglio e del Municipio. La palazzina sarebbe anche stata costruita negli anni 50 in una zona dove scorreva un affluente del Tevere. L'alveo sarebbe stato riempito con terra e materiale di risulta. Proprio le infiltrazioni provenienti dal canale e dal letto del fiume, nel corso degli anni, avrebbero logorato le fondamenta dello stabile.
 


L'ALLARME
Agli atti dell'inchiesta, anche l'allarme lanciato nel 2001 da una geologa, incaricata di effettuare controlli da inserire nel fascicolo di fabbricato. La professionista aveva denunciato a un architetto - responsabile del fascicolo - alcune perplessità sulla stabilità del terreno. Ma l'uomo, sottovalutando il problema, non aveva segnalato i rischi ai proprietari degli appartamenti. L'architetto, indagato, è deceduto alcuni mesi fa, mentre l'inchiesta era in corso. Intanto la procura ha escluso le responsabilità degli inquilini di via della Farnesina numero 5, perché dagli accertamenti è emerso che, in effetti, non erano al corrente del problema.

IL CEDIMENTO
Il crollo risale al 24 settembre del 2016. I vigili del fuoco avevano da poco effettuato un'ispezione che, pur non catalogando la costruzione come pericolante, aveva riscontrato un «esteso quadro fessurativo» e delle «lesioni sviluppate in pochissimo tempo», si legge nel documento. Verso le due di notte, i condomini avevano chiamato il 115 dicendo di aver sentito strani rumori e scricchiolii. I pompieri e gli agenti del commissariato Ponte Milvio si erano subito accorti del pericolo e avevano evacuato l'edificio. Le famiglie avevano appena fatto in tempo a scendere in strada, quando la parte posteriore dell'immobile si era letteralmente sgretolata. Circa 120 persone erano state allontanate dalla zona pericolante, mentre gli inquilini delle palazzine contigue a quella franata erano rimasti sfollati fino alla demolizione del palazzo. I residenti al civico 5 avevano denunciato di essere stati praticamente abbandonati: si erano ritrovati senza casa e avevano dovuto pagare di tasca propria le spese per l'abbattimento. Poi, l'inchiesta. E, ora, la richiesta di archiviazione.
 

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