Ponte di Ferro, ultimo step per la pista ciclabile. «Riapre entro il 15 marzo»

Il passaggio del lato sud è chiuso dalla notte del rogo del 3 ottobre 2021

Ponte di Ferro, ultimo step per la pista ciclabile. «Riapre entro il 15 marzo»
di Flaminia Savelli
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Venerdì 4 Marzo 2022, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 09:53

Proteste e polemiche. Ma ora sulla riapertura del lato sud della ciclabile del Ponte di Ferro c'è una data. La prima, dopo il violento incendio che la notte del 3 ottobre ha avvolto l'intera struttura. Entro il prossimo 15 marzo infatti l'ultimo braccio crollato a causa delle fiamme verrà demolito e smantellato. Dopo l'ok della soprintendenza, dal Campidoglio è partita un'accelerazione sul bado di gara che è stato assegnato. «Abbiamo dovuto aspettare i tempi tecnici per poter procedere con l'assegnazione della gara, ma ora la situazione è stata sbloccata e procederemo con la messa in sicurezza» conferma l'assessora ai Lavori Pubblici, Ornella Segnalini. Anche se, dopo le opere di rimozione del braccio crollato, dovranno essere predisposti ulteriori interventi di pulizia: «È l'aspetto che ci preoccupa di meno - sottolinea l'assessora Segnalini - una volta conclusa la demolizione, procederemo con la pulizia. La pista ciclabile, per fortuna, non ha subito danni».

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Dunque entro la fine del mese l'intera struttura del Ponte dell'Industria sarà agibile e percorribile sia per le auto che per i pedoni in entrambi i sensi di marcia. Una data a lungo attesa dai residenti che nelle ultime settimane hanno, a più riprese, protestato per la chiusura forzata del tratto di ciclabile. L'ultima domenica scorsa (27 febbraio). Con l'associazione Salvaiciclisti che ha organizzato un Flash mob: «Privati da 5 mesi di uno spazio verde importante» hanno spiegato durante la manifestazione.
L'INCHIESTA
Un terribile incendio quello che la notte del 3 ottobre è divampato nell'importante ponte che collega via del Porto Fluviale a via Antonio Pacinotti, tra i quartieri Ostiense e Portuense. Con navate e travi di metallo che si allungano per 131 metri sopra il fiume Tevere. I carabinieri di Porta Portese hanno avviato una lunga e complessa indagine - per dolo - per risalire alle cause del rogo.

In prima battuta, attribuendo le origini delle fiamme a un insediamento abusivo lungo il greto del Tevere. Nello specifico, per i militari le fiamme sarebbero partite da un accampamento di fortuna. A gennaio (il 22) una nuova pista per inquirenti e investigatori: secondo i magistrati, si è trattato sì di un incendio doloso e che sia stato qualcuno a appiccare volontariamente il fuoco a quella baracca. Le fiamme avrebbero poi preso i cavi e le canalone che seguono il percorso del ponte che avrebbe retto solo grazie alla sua struttura metallica. Il movente, secondo questa prima fase dell'inchiesta, potrebbe essere proprio l'odio contro i senzatetto, un gesto deliberato contro gli stranieri accampati nella zona.

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GLI INTERVENTI
La prima riapertura del Ponte dell'Industria è dello scorso dicembre. A settanta giorni dal rogo, era stato lo stesso sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, a riaprirlo al traffico veicolare. Come accertato da tecnici ed esperti, le fiamme non hanno causato danni strutturali. Le indagini ed i calcoli tecnici che sono stati eseguiti infatti, non hanno messo in evidenza problemi tali da necessitare la prosecuzione della chiusura. Mentre già in quell'occasione, era stato annunciato il prolungamento della chiusura del lato sud. La polizia Municipale aveva proceduto quindi con la chiusura per impedirne l'attraversamento per motivi di sicurezza. Una chiusura durata oltre cinque mesi. Dal momento che, a causa del rogo, uno dei bracci del ponte era crollato.
 

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