Roma, la denuncia di una madre: «Mio figlio è stato pestato dal buttafuori del Piper»

La denuncia: «A 16 anni aggredito nei bagni del locale». La risposta: «il ragazzo non è stato picchiato qui

Roma, la denuncia di una madre: «Mio figlio è stato pestato dal buttafuori del Piper»
di Camilla Mozzetti
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Martedì 3 Maggio 2022, 00:06

Sarebbe stato picchiato nei bagni del locale da uno degli addetti alla sicurezza riportando la frattura del setto nasale e diverse contusioni denunciate poi dalla madre ai carabinieri della stazione Parioli. Via Tagliamento: è la notte di sabato 30 aprile e il “Piper” diventa scenario forse di un pestaggio violento. La vittima è un ragazzino di 16 anni, il suo aggressore uno dei buttafuori del locale che avrebbe alzato le mani al termine di un diverbio nato per futili motivi all’interno dei bagni. Il 16enne esce in strada, chiama la madre che arriva sul posto. Qualche ora dopo stando alla denuncia formalizzata dalla donna ai carabinieri il ragazzino si è recato al pronto soccorso dell’Umberto I dove i sanitari avrebbero riscontrato la frattura del setto nasale ed altre contusioni guaribili in 30 giorni.

Da qui le indagini, l’identificazione del buttafuori- un romano classe 1987 - che lavora in una società a cui il Piper fa ricorso ormai da tempo per il servizio di vigilanza interna ed esterna.

Da qui una prima informativa dei militari verso la Procura e un fascicolo per lesioni. I militari della stazione Parioli hanno intanto acquisiti le immagini riprese dal sistema di videosorveglianza interno al locale anche se difficilmente si riuscirà a cristallizzare con queste la scena dell’aggressione poiché nelle toilette non ci sono “occhi elettronici” utili. Tuttavia già ieri sono stati ascoltati alcuni testimoni e nei prossimi giorni le audizioni andranno avanti ma intanto dal “Piper” uno dei titolari rigetta ogni tipo di accusa riservandosi di far ricorso alle vie legali per chiedere i danni.

LA REPLICA DEL LOCALE

«Il ragazzo come prima cosa è entrato nel locale con dei documenti presumibilmente falsi - spiega Giorgio Tammaro - perché applichiamo una stringente verifica sui documenti e i minorenni non possono entrare». Una discussione tuttavia nei bagni del locale ci sarebbe stata «e se l’adddetto alla sicurezza avesse davvero alzato le mani è chiaro che ne rispondderà ma quando il giovane è uscito in strada non aveva segni che potessero lontanamente far pensare ad un’aggressione».

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