Anno giudiziario, Pignatone: «Il problema di Roma è la corruzione»

Anno giudiziario, Pignatone: «Il problema di Roma è la corruzione, siamo con acqua alla gola»
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Sabato 26 Gennaio 2019, 13:05
«Il problema principale di Roma è la corruzione». Lo ha affermato il procuratore della Capitale, Giuseppe Pignatone nel suo intervento, l'ultimo del suo mandato, alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario.

«Credo che il nostro sforzo debba essere sulla cifra fondamentale di Roma: la complessità. La Procura - ha aggiunto Pignatone - ha 16 gruppi di lavoro e nessuno può essere lasciato in favore di altri. Il nostro sforzo è stato quello di far fronte a questa complessità».

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In tema di lotta alla criminalità organizzata, il capo dei pm romani ha affermato che nell'ultimo anno «ci sono state sentenze importanti che hanno riconosciuto il 416 bis a gruppi criminali che erano ben noti a tutti. Queste sentenze offrono degli strumenti di contrasto a forme di estrema pericolosità, che se esaminate in modo parcellizzato, non consentono di cogliere la pericolosità del fenomeno e di adottate strumenti di contrasto adeguati».

Il capo della Procura ha affrontato anche il tema dell'organico nell'ufficio giudiziario. «Ringrazio i colleghi e il personale di questi uffici per il lavoro fatto in questi anni. Noi siamo con l'acqua alla gola, è un miracolo che si raggiungano risultati nelle condizioni date. I buchi del sistema amministrativo sono parte significativa di quello che poi diventa prescrizione. La Procura sente come suo primo obiettivo quello della tutela del cittadino. Per poter giungere ad un corretto esercizio della funzione penale le indagini devono essere senza pregiudizi, questo è stato l'impegno di questi sette anni e sono sicuro che rimarrà tale», ha concluso.

Sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, Pignatone, che a maggio lascerà il suo incarico ha sottolineato: «I clan a Roma e nel Lazio erano ben noti a tutti, secondo me sono importanti le sentenze che hanno riconosciuto il 416bis perché offrono degli strumenti di contrasto a forme di estrema pericolosità, reati come rapine o estorsioni che se esaminati in modo parcellizzato non consentono di cogliere la pericolosità del fenomeno e di adottate strumenti di contrasto adeguati». 

«Aspettiamo il mese di maggio per il resto ma intanto colgo l'occasione per ringraziare i colleghi e il personale di questi uffici.
Noi siamo con l'acqua alla gola, è un miracolo che si raggiungono i risultati nelle condizioni date. I buchi del sistema amministrativo sono parte significativa di quello che poi diventa prescrizione. La Procura sente come suo primo obiettivo quello della tutela del cittadino. Il primo di ringraziamento va ai giudici - ha aggiunto - se la Procura ha raggiunto dei risultati è grazie a loro».  «Per poter giungere ad un corretto esercizio della funzione penale - ha concluso - le indagini devono essere senza pregiudizi, questo è stato l'impegno di questi sette anni e sono sicuro che rimarrà tale».


 
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