Mentre scriviamo, si è arrivati al sorteggio della settima commissione comunale chiamata ad aprire le buste e affidare l’appalto. Tutte le precedenti, per un motivo o per un altro, sono morte in culla. Dal Campidoglio un po’ sorridono, un po’ si vergognano. E quindi al dipartimento Simu (Sviluppo infrastrutture e manutenzione Urbana) mettono su la faccia di Nino Manfredi: «Fusse che fusse la vorta bbona?!». Per gli amanti del genere: il cantiere dovrebbe partire a fine anno. Con la possibilità così di spegnere la sesta candelina di inerzia capitolina. Tanti auguri, a te.
Ma come si è arrivati a questo (non) punto? Tutte le volte che il Comune di Roma ha provato a mettere in fila, con sorteggio, i membri della commissione giudicante è successo un inghippo. Tipo: una volta il presidente designato rifiuta l’incarico, mentre uno dei sorteggiati risulta in pensione da settembre 2016. Oppure, altro giro: uno dei “prescelti” manifesta la propria indisponibilità a ricoprire l’incarico. «Non me la sento». Si riparte. Ancora rifiuti da parte dei dipendenti. Paura di ricorsi o di rispondere in solido? Non si sa, nel dubbio si tronca e si sopisce. L’appalto non vede la luce. A un certo punto, la sindaca Raggi, abbastanza inerme davanti a questo andazzo, prova a fare le voce grossa: «Basta, il presidente della commissione lo prendo esterno, un professionista fuori dagli uffici comunali». Ma poi il bando, la burocrazia, i sindacati frenano.
E così si continua a sbagliare con costanza: il quarto sorteggiato pesca il funzionario giusto, ma senza requisiti per guidare la commissione. Raggi non demorde, siamo nel 2018, e il Campidoglio fa un altro giro di giostra. Ok è il l’uomo giusto? Non proprio: l’Anac visiona i nomi della squadra e scopre che il vincitore è coinvolto in un’indagine per tangenti sugli appalti per le buche in VI Municipio. Nel dubbio meglio lasciar perdere, no? E si arriva alla sesta chiamata (a vuoto), fino all’attuale giura. «Piazza Venezia? Siamo in dirittura d’arrivo», dicono a Il Messaggero dal Comune, sicuramente dopo una lunga serie di gesti scaramantici. Nel frattempo, piazza Venezia è quella che tutti - romani e turisti - conoscono: un campo minato, con segnaletica sbiadita. Una lunga teoria di buche e sampietrini sconnessi. Se tutto andrà, come non è andato finora la piazza, sarà pronta - da appalto - nel 2022. A ridosso del prossimo Giubileo (2025). Spes ultima dea, certo.
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