Piazza Navona, il capo dei vigili: «Basta con il monopolio delle solite persone»

Roma, il capo dei vigili: «Piazza Navona, basta con il monopolio delle solite persone»
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 13 Dicembre 2019, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 11:59

Non era una sua competenza diretta ma il Comandante dei vigili urbani di Roma Capitale Antonio Di Maggio centra il punto: «Questa festa è poco frequentata e gli oggetti che si vendono sono di bassa qualità». Chincaglierie a tutti gli effetti. Altro che oggetti pregiati «di artigiano - dice Di Maggio - veniva venduto quello che si trova in qualsiasi cineseria romana a prezzi molto alti». Con la chiusura della kermesse, a quattro giorni dalla partenza, però c'è anche un altro dato importante.

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Comandante Di Maggio la chiusura pesa soprattutto su quei titolari dei banchi che da tempo rispondono a una determinata famiglia che sulla Festa della Befana ha imposto una sorta di monopolio.
«Questo è vero ma abbiamo provveduto con la Procura a fare controlli molto serrati sulle loro condotte e ci sono delle attività investigative in corso sulle quali anche loro sono a conoscenza. Ovviamente noi non consentiamo più che ci sia un mercato né delle autorizzazioni amministrative né delle occupazioni di suolo date esclusivamente ad alcune persone. È giusto che il mercato sia libero, che ci sia una gestione corretta».

Converrà che per far questo bisognerebbe rivedere il bando di gara.
«Non dipende da noi. Il bando sicuramente è stato confezionato male. Anche l'attuale amministrazione non ha condiviso quest'impostazione che è stata data, credo, dagli organi burocratici del dipartimento Attività produttive».



Anche lo scorso anno, con gli stessi protagonisti a occupare i banchi, i suoi agenti effettuarono un blitz nel quale si accertò che circa l'80% delle postazioni presentava delle irregolarità. La storia si è ripetuta?
«Purtroppo è consuetudine che l'organizzazione di questo mercato funzioni in questo modo e per noi è inaccettabile. È poco frequentato, gli oggetti che si vendono per altro ma questo esula dalle operazioni di controllo sono venduti a prezzi molto alti, artigianato di bassa qualità, ad esempio, che si trova in qualsiasi cineseria di Roma».

Che tipo di irregolarità avete riscontrato questa volta?
«Per quanto riguarda i banchi, in alcuni casi erano presenti delle difformità sui marchi dei prodotti come ad esempio nelle postazioni degli spettacoli viaggianti dove i giocattoli erano sprovvisti del marchio CE. Poi sono emersi altri aspetti legati alle percentuali di vendita che gli operatori hanno dichiarato in fase di gara per ottenere la concessione che non corrispondevano alle prescrizioni del concorso. Infine abbiamo registrato delle anomalie in merito al Piano di sicurezza che doveva essere garantito dagli operatori».

Ed è proprio sulle difformità al piano di Safety and security che sono andati in onda i titoli di coda.
«Gli operatori hanno presentato alla commissione del Dipartimento un Piano che è stato approvato ma che poi, nella realtà, è stato applicato in maniera non conforme».
 
 

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