Roma, il gabbiano vandalo di piazza Navona: sfregio alla fontana

Piazza Navona, Roma
di Laura Larcan
4 Minuti di Lettura
Sabato 9 Maggio 2020, 10:31

Se Bernini diventa ostaggio dei gabbiani. Può succedere anche questo a Roma, che una colata di colore rosso faccia scempio della statua della Fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona. Nessun atto vandalico, ma sangue di un piccione (forse anche di un topo o gatto) catturato e dilaniato dall’uccello. Così appariva ieri il capolavoro barocco. Ciò che non fecero i barbari, lo fecero i gabbiani. Calzerebbe a pennello oggi l’antica pasquinata che nel Seicento sfotteva il papa Barberini. Ne sa qualcosa la Fontana dei Quattro Fiumi che troneggia in tutta la sua bellezza nel cuore della piazza. 
 
Tunisino incide il suo nome sulla Fontana di Trevi, bloccato dai vigili

Fontana di Trevi: tuffo "sincro" misto all'indietro di una coppia americana. Multa di 900 euro

Altare della Patria: individuati i vandali grazie al bancomat

Saranno pure candidi ed eleganti, i gabbiani, magari un pizzico esotici con quell’aura marina che si portano dietro, fatto sta che prediligono anche il prezioso capolavoro barocco per banchettare indisturbati. A pagarne le conseguenze, la statua del fiume Gange, poderosa scultura firmata da Claude Poussin sotto la regia del maestro Bernini, che si distingue per quel grande remo che stringe in mano ad esaltare la navigabilità del fiume asiatico. Ebbene, suo malgrado si è ritrovata protagonista di uno spettacolo insolito, con quelle vaste chiazze di colore rosso che colavano dalla testa, ad imbrattare le ciocche dei capelli fino alla schiena, rigando poi il volto e scendendo lungo il petto e il busto. Che cos’era quel rosso secco sul marmo? Un mistero che è andato avanti per qualche giorno, da quando una pattuglia della Polizia Locale del I Gruppo Trevi «era intervenuta a piazza Navona, rilevando una specie di imbrattamento sospetto della statua», come raccontano. Ed ha allertato gli uffici della Sovrintendenza capitolina. 
 
In un primo momento si era ipotizzato che fosse «vino rosso a seguito del lancio di una bottiglia scagliata contro la statua». Un gioco di vandali sulla piazza ancora in quarantena? Da lì sono partiti gli «accertamenti per capire se ci sono immagini utili delle telecamere puntate sulla fontana per risalire al responsabile». Il sopralluogo tecnico alla fontana ha, poi, schiuso lo scenario più plausibile: quelle colate di rosso sarebbero il sangue di un feroce banchetto consumato sulla testa della statua del Gange. Ieri le prime verifiche, con l’intervento del personale dell’Acea e un funzionario della Sovrintendenza capitolina a seguire le operazioni che sono andate avanti per tutto il pomeriggio. La vasca è stata svuotata (e non sono mancate amare sorprese, visto che qualcuno ha penato bene di gettare nell’acqua le buste di plastica con dentro gli escrementi dei cani). Con l’ausilio di un scala, poi, i tecnici hanno ripulito le macchie con getti d’acqua a pressione. La statua è tornata pulita. Un sospiro di sollievo.
 
«Dalla verifica ravvicinata, si è ipotizzato che la causa derivi dalla caduta dall’alto di materiale organico», spiegano dalla Sovrintendenza. E annunciano: «La prossima settimana, verrà organizzato un intervento complessivo di manutenzione della fontana». Il Gange ringrazia. E anche il Bernini (tutto il monumento ne avrebbe bisogno, al Danubio manca da tempo ormai un dito). «È stato un gabbiano che ha divorato un piccione - racconta il gestore del locale Domiziano che ha riaperto le vetrine proprio davanti al Gange - Succede ormai spesso che i gabbiani catturano altri animali e li divorano. Stavolta il gabbiano si è portato la preda fin sulla testa della statua. Fanno impressione. Difficile pensare a vandali a Piazza Navona in questi giorni di quarantena - continua - qui non si è visto nessuno in questo periodo, c’era il deserto.

Solo da ieri abbiamo rivisto la gente a passeggio nella piazza». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA