Peste suina a Roma, allarme Ue: «Zona rossa e divieto di esportazione»

La Commissione: dalle aree infette non potranno partire animali e prodotti

Peste suina a Roma, allarme Ue: «Zona rossa e divieto di esportazione»
di Flaminia Savelli
3 Minuti di Lettura
Lunedì 16 Maggio 2022, 21:59 - Ultimo aggiornamento: 17 Maggio, 15:29

Una zona rossa allargata e lo stop all’esportazione dei prodotti verso altri paesi. È arrivata ieri la Decisione della Commissione europea per il contenimento della Peste suina africana. Dopo i casi di infezione registrati lo scorso dicembre in Liguria e Piemonte, il contagio è arrivato nel Lazio. Con un primo focolaio registrato nella riserva dell’Insugherata, l’area verde che si allarga nel quadrante nord della Capitale.

Cinghiali, in arrivo «il piano di abbattimento per l'eradicazione del virus della peste suina»: l'annuncio di Costa

Per l’emergenza la Regione Lazio ha aperto un tavolo con l’unità di crisi coordinato da Angelo Ferrari, commissario straordinario che ha proceduto con test e campionamenti per definire la zona rossa.

Cioè il perimetro dell’infezione. Dunque le disposizioni che saranno in vigore fino al prossimo 31 agosto.

 

 
IL DOCUMENTO
L’ordinanza Ue - firmata da Stella Kyriakides, Commissaria europea per la Sicurezza alimentare e la Salute pubblica - precisa che «la situazione epidemiologica in Italia è ulteriormente cambiata per quanto riguarda la peste suina africana nel Comune di Roma; di conseguenza l’Italia ha attuato le necessarie misure di controllo e ha raccolto ulteriori dati relativi alla sorveglianza». Da qui la disposizione affinché «non siano autorizzati i movimenti di partite di suini detenuti nelle aree elencate come zona infetta e dei relativi prodotti verso altri Stati membri e paesi terzi». Nella Decisione stessa sono state quindi elencate le aree che comprendono oltre 5 mila ettari della riserva dell’Insugherata e si allarga fino alla zona limitrofa del parco di Veio. Restano ora da definire le modalità per assicurare le misure di contenimento. La scorsa settimana la Regione Lazio ha annunciato l’installazione di una cancellata per delimitare il perimetro della zona infetta. Un sistema già adottato in Piemonte: nella zona rossa della Capitale si estenderà per sessanta chilometri. 


LE REGOLE 
Infine si procederà con il depopolamento cioè, l’abbattimento selettivo dei cinghiali. Sono 20 mila gli esemplari nelle aree verdi del Lazio, saranno gli uffici regionali a stabilire il numero di quelli da abbattere. 
Mentre i veterinari delle Asl stanno eseguendo i test a campione sugli allevamenti di suini regionali: sono 12.518 per un totale di 42.954. Nella Asl Roma 1, competente per la zona rossa, sono 103 le porcilaie registrate e vicine alla riserva. Nessuno dei test è risultato positivo ma se l’infezione non sarà contenuta, per tutti scatterà l’ordine di divieto di esportazione dei prodotti. 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA