Pesce spada, da Ponza a Fiumicino per intercettare i branchi. E i ristoranti cambiano menù

Due imbarcazioni arrivate dall’isola: intercettano i banchi che migrano a Nord

Pesce spada, boom da Ponza a Fiumicino: locali cambiano menù. Chef: «Lo facciamo alla cacciatora e in tartare»
di Umberto Serenelli
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Sabato 6 Agosto 2022, 22:34 - Ultimo aggiornamento: 7 Agosto, 13:51

Per catturare il pesce spada nel tratto di mare antistante Fiumicino sono giunti sul litorale con i “palangari” dall’isola di Ponza. Da alcune settimane le imbarcazioni di circa 15 metri “Azzurra” e “Uragano” sono impegnate nella cattura dell’animale che in questo periodo dell’anno popola il fondale davanti alla costa del Comune. 

«Ogni anno – dice Gennaro Del Prete, presidente della cooperativa Pesca Romana - due delle imbarcazioni che fanno parte della flotta che ormeggia a Ponza stabiliscono il loro quartier generale nella Fossa Traianea e in particolare nel porto-canale di Fiumicino per dedicarsi alla cattura dello spada.

Questo particolare tipo di pesca non viene esercitato dai nostri pescherecci che sono dediti soprattutto allo strascico. Il pesce spada non è stanziale ma migra e quindi viene di fatto inseguito da questi natanti attrezzati per la cattura». Che si stanno destreggiando al meglio nell’attività: «Queste speciali imbarcazioni - prosegue - hanno portato a terra una media di 24 quintali di spada alla settimana, da cui deriveranno grossi benefici per l’economia di Fiumicino ma anche della Capitale. Inoltre, si permetterà alla ristorazione di sbizzarrirsi facendo leva su menù nuovi che possano sfruttare al meglio un tipo di pesce che abitualmente non entra nelle nostre reti. Abbiamo stimato che nei due mesi di permanenza dei “palangari” nel nostro tratto di mare, questi riusciranno a pescare circa 20 tonnellate di esemplari che superano i due metri».

Le spadare operano a 10 miglia dalla costa e su un fondale di circa 800 metri. «Una volta raggiunto il punto dove iniziare l’attività di pesca – precisa con marcato accento napoletano Antonio Romano, comandante del natante “Azzurra” – stendiamo circa 40 chilometri di filo di nailon rinforzato a cui sono collegati dei “filaccioni”, posti a circa 35 metri l’uno dall’altro, al termine dei quali c’è un grosso amo, di circa 10 centimetri. Le esche sono i totani o gli sgombri. Il tratto di mare in cui esercitiamo la cattura del pesce viene segnato dalla presenza di alcuni galleggianti. Quindi iniziamoo a salpare nella speranza che gli spada abbiano abboccato. Ripetiamo l’operazione molte volte durante i due giorni in cui rimaniamo in mare. Sono circa 10 anni che ci trasferiamo a Fiumicino per questo tipo di pesca con un equipaggio di quattro persone. Entro la fine del mese ci sposteremo più a nord del mar Tirreno, perché la migrazione prosegue. Ci spingeremo fino all’isola di Montecristo, il nostro limite. Comunque, il porto di stazionamento, però, resta Fiumicino da dove è possibile distribuire il prodotto, che arriva sul mercato della Capitale dove è notevole la richiesta». Ieri i due pescherecci sono rientrati con 23 esemplari che vengono pesati e trasferiti su un mezzo con cella frigorifera per essere portati al mercato, dove vengono venduti. 

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Una parte del prodotto finisce nelle pescherie e nei ristoranti di Fiumicino anche se sono pochi i locali dove è possibile apprezzare il sapore dello spada fresco. «La presenza dei pescatori di Ponza è una grossa occasione per la cucina – precisa lo chef Agostino Valente, del ristorante “Borgo Salino” di via Torre Clementina - Sto infatti preparando una sfiziosa tartare di spada con frutta e verdure. Ai clienti intendiamo servire anche tranci alla “cacciatora”, un piatto delizioso per palati sopraffini. Molto apprezzato è anche con pomodorini del “piennolo”, verdura che si trova ai piedi del Vesuvio, condito con il limone».

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