Roma, parco Nemorense apre ma senza restyling: dopo 9 mesi lavori completati solo a metà

Uno degli spazi del Parco Nemorense ancora vietato ai visitatori
di Francesco Pacifico
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Domenica 26 Luglio 2020, 11:05 - Ultimo aggiornamento: 11:23

Marmi rotti, arbusti ancora alti, servizi chiusi e, soprattutto, ancora nessuna traccia del prato da 800 metri che doveva sorgere sul lato di via Martignano. Lo storico chalet, invece, è occupato da tempo da un barbone. Ha riaperto a metà il parco Nemorense, detto anche Virgiliano. Tre giorni fa Virginia Raggi l'ha inaugurato in pompa magna, ma che qualcosa - dopo 9 mesi di chiusura per lavori - sia andata storto, la sindaca l'ha capito subito, quando i residenti l'hanno subissata di critiche, chiedendo conto dell'area cani ancora sbarrata (manca chi l'apre e la chiude) o del futuro della bocciofila. «Recepiamo che ci sono ulteriori interventi da fare ha replicato - Andremo a ultimarli da settembre senza ulteriori chiusure».


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Come detto, i lavori sono durati nove mesi, ai quali va aggiunto oltre un anno e mezzo per scrivere il bando di gara e affidare l'opera. Il tutto per 420 milioni di euro. Ma come nota Rino Fabiano, assessore all'Ambiente del II Municipio, «per quello che è stato fatto, sostanzialmente una pulita alle aiuole e una sforbiciata agli alberi, poteva pensarci il dipartimento Ambiente di Roma Capitale, in autonomia e risparmiando un po' di soldi.
All'interno lo spettacolo è desolante, perché quasi tutto quello che doveva essere sistemato, lo si è fatto a metà. Nell'area ludica per bambini, per esempio, i giochi sono stati tirati a nuovo, ma sono stati eliminati quelli accessibili per i bimbi disabili tra lo sconcerto generale. L'area cani recintata è piena di pericolose buche, anche sotto le panchine, ma soprattutto non è ancora utilizzabile, perché non è stata trovata un'associazione disponibile a gestirla. Nessun bando per affidare le giostrine e per la bocciofila, mentre il bar aprirà soltanto a settembre, con la promessa anche di organizzare una rassegna culturale.

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Raggi ha dato la colpa dei ritardi al Covid, che ha rallentato i lavori. Fatto sta che, entrando, lo scenario di questa villa signorile è abbastanza degradato. Infatti nella villa si notano subito i marmi rotti che perimetrano le aiuole o i graditi in mattoni sbriciolati. Su una parte della recinzione dell'area giochi hanno dimenticato di mettere la fascia in gomma per evitare che i bambini si facciano male. Rifiuti in molti angoli. L'erba, si vede che è stata sfalciata da poco, ma i giardinieri si sono dimenticati di riempire alcune buche e soprattutto di sistemare - è ancora un cantiere recintanto a cielo aperto - la parte di prato di 800 metri quadri su via Martignano, dove l'architetto Raffaele De Vico volle un tempo anche una pista di pattinaggio e il teatro per i bambini. E cantiere aperto è anche la bocciafila, che il II Municipio vorrebbe allargare e trasformare in un centro anziani o in un'area sportiva. In questo caos non meraviglia che lo chalet rustico che per anni è stato un punto di ritrovo per tutto il quartiere sia da tempo occupato da un barbone. Il quale ha anche issato una bandiera italiana per coprirsi dal sole.
I residenti si dividono tra rabbia e desolazione. Racconta la signora Maria: «Posso capire che ci sia voluto del tempo per sistemare la situazione, ma dopo nove mesi sono aperti soltanto 3 cancelli e io che abito a via Martignano devo circumnavigare il parco per entrarci». Aggiunge Giovanni: «Qualcuno ha rotto un catenaccio dell'area cani per usarla. Bastava un custode per evitare questo inutile vandalismo».
 

 


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