Papà eroe a Passoscuro: Jaime Bolivar salva la famiglia ma ha un infarto e annega

Jame Bolivar, ecuadoriano di 50 anni colpito da infarto. È la terza vittima in due settimane nella zona

Papà eroe a Passoscuro: salva la famiglia ma ha un infarto e annega
di Fabrizio Monaco
4 Minuti di Lettura
Giovedì 30 Giugno 2022, 22:33 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 08:43

Ha lottato come un leone per difendere la sua famiglia. Riuscendo a metterli tutti in salvo, prima i due figli, poi la moglie. Solo a quel punto ha ceduto, schiantato dallo sforzo immenso, pagato con la vita. Doveva essere una giornata in riva al mare da ricordare negli album delle foto, si è trasformata in una tragedia per una famiglia ecuadoregna residente a Roma, sulla Prenestina. Troppo caldo in quel palazzone di otto piani per non fuggire in riva al mare il giorno di San Pietro e Paolo. Destinazione la bella spiaggia di Passoscuro del Moai Beach, uno dei chioschi più curati del litorale romano. La famiglia Armijos Lalangui arriva in tarda mattinata dopo una lunga fila in auto, tra Gra e Aurelia. Poco prima delle 13 entrano tutti in acqua per un bagno, alla ricerca di un po’ di meritato ristoro dopo tanto calore sopportato in giorni infuocati. Lui, il padre, Jame Bolivar, 50 anni a settembre, la moglie e due figli di 8 e 10 anni, un maschio e una femmina. Il mare dalla riva deve sembrargli il posto più accogliente del mondo, ma i 15 nodi di vento di ponente che si sono sollevati hanno alzato tante onde e creato una forte corrente. Non sanno che in mare ci sono le “buche”, corridoi dove l’acqua di deflusso crea un fondale più alto. Così entrano tranquilli dove l’acqua è bassa e spostati pochi metri dopo dalla corrente ci finiscono tutti dentro. Non toccano più e inizia l’inferno.

I soccorsi

Dura tutto pochi minuti, per loro un’eternità, vissuta nel panico. Cominciano a bere, boccate di acqua salata che li fanno tossire togliendo ancora di più il respiro. Il padre urla ai figli di spostarsi verso la direzione in cui sono entrati in mare. Li aiuta, li spinge, non è facile perché vanno contro corrente e sono investiti dalle onde. I ragazzi riescono a uscire dal canale e finiscono di nuovo sulla secca. Toccano, sono salvi. Ora è la madre a essere in crisi, ha finito le forze e si fa prendere dal panico. Comincia a gridare aiuto e beve ancora di più. Il marito cerca di sorreggerla, lei gli si avvinghia al corpo. Dalla riva parte il bagnino a nuoto con il salvagente, deve superare le onde che lo mandano indietro ma alla fine arriva e aggancia la donna portandola a riva. Ora è il turno di Jame, parte ancora un bagnino ma quando arriva l’uomo sembra avere perso i sensi. L’assistente bagnanti lo porta prima possibile a terra dove, per combinazione, sui lettini ci sono una cardiologa e un rianimatore. Iniziano i tentativi di salvarlo. «Arrivato a riva c’era ancora il battito – racconta un testimone – non lo hanno lasciato un attimo e hanno fatto di tutto. Poi, dopo una decina di minuti, è arrivata l’ambulanza del 118 e anche l’eliambulanza. Il personale medico si è alternato con le manovre per 40 minuti tra i singhiozzi e la speranza dei familiari, purtroppo non c’è stato niente da fare». Alle 14 i medici del 118 hanno gettato la spugna, constatando la morte per arresto cardiocircolatorio. Più che per annegamento potrebbe essere stato il cuore a cedere per l’eroico sforzo. Il 29 giugno sono stati moltissimi gli interventi dei bagnini per tentare di mettere in salvo bagnanti trascinati dalle correnti.
Purtroppo nelle ultime due settimane, solo sulla spiaggia di Passoscuro, questo è il terzo bagnante morto.

I precedenti

Il primo è stato un 65enne romeno, deceduto in mare per un malore.

Il secondo un 21enne peruviano, anche lui morto probabilmente per essersi sentito male, visto che è annegato in 20 centimetri di fondale. Incidenti a parte, sono sempre le “buche” la causa principale dei decessi, eppure conoscendo il pericolo ci si potrebbe salvare. «Si tratta di corridoi naturali che consentono all’acqua che rompe sulla riva di fluire verso il largo – spiegano alla Salvamento Fregene – il loro pericolo è doppio: prima di tutto perché quando il mare è mosso all’interno si generano correnti di ritorno che trascinano verso il largo. Poi a mare calmo hanno un fondale profondo in cui chi non sa nuotare può annegare. Se ci si finisce dentro non bisogna tentare di tornare a riva nuotando contro corrente, basta rimanere a galla fino a raggiungere una zona d’acqua adiacente più bassa e salvarsi». Quello che non potrà più fare il povero Jame Bolivar.

© RIPRODUZIONE RISERVATA