Roma, addio a Paolo Cenci: nel suo negozio vestì prima e seconda Repubblica

Roma, addio a Paolo Cenci: nel suo negozio vestì prima e seconda Repubblica
di Maria Lombardi
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Mercoledì 14 Agosto 2019, 11:16 - Ultimo aggiornamento: 20:21

Il negozio di via di Campo Marzio, dove ha passato la vita, ha chiuso sabato per una settimana. E Paolo Cenci è morto domenica mattina, a 90 anni. «Non gli sarebbe piaciuto il cartello chiuso per lutto, ha aspettato le ferie di qualche giorno per andare via, senza dar fastidio e interrompere l’attività», ha ricordato al funerale il figlio David, immaginando che l’ultimo pensiero del papà fosse per il negozio d’abbigliamento a due passi dal Parlamento con più di 90 anni di storia. Quasi la sua età. Lì sono passati ad acquistare abiti, cravatte e scarpe presidenti, ministri e parlamentari. Capitava che lì s’incontrassero politici di primo piano e continuassero le discussioni appena interrotte in Aula. Si favoleggia che nei camerini di Cenci siano nati anche governi, e chissà. Di certo nella storica boutique di Campio Marzio si è vestita di certo la prima e la seconda Repubblica. La Terza varia un po’ di più.
Paolo Cenci era il figlio del capostipite Davide che nel 1926 aprì l’attività in quegli stessi locali di Campo Marzio. Una famiglia di origine umbra: a Scheggia, vicino Gubbio, è stato ieri accompagnato il feretro di Paolo per la sepoltura, dopo il funerale nella chiesa di Ponte Milvio. «Difficile che i clienti entrassero in negozio e non incontrassero mio padre», ricorda Giacomo che con David tiene le redini dell’impresa.
 

 

 
«È sempre stato molto presente, fino a 3, 4 mesi fa veniva tutti i giorni. Ha cominciato a lavorare appena diciottenne. Ed è stato il più visionario dal punto di vista imprenditoriale. Sua la scelta di aprire a New York nel 1982, decidendo così di internazionalizzare l’attività. E sempre sua l’idea di inaugurare a Milano nel 1991».
Paolo Cenci - padre di cinque figli - sempre discretissimo, mai ha voluto parlare dei clienti illustri che ogni giorno accontentava. «Non faceva nomi, in nessuna intervista, e io voglio seguire il suo esempio».
Ma non è un mistero che da Cenci si servissero i presidenti Scalfaro e Mattarella, quando ancora non era al Quirinale. E poi Veltroni, Bianco, Rutelli, Jotti e Anselmi e tanti altri ministri e parlamentari. Senza essere mai «traditi».

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