Pamela Mastropietro, oggi attesa la sentenza:
«​Oseghale l'ha trattata come un giocattolo»

Pamela Mastropietro, oggi attesa la sentenza: « Oseghale l'ha trattata come un giocattolo»
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 29 Maggio 2019, 12:06 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 10:25
Oggi è attesa la sentenza del processo per la morte di Pamela Mastropietro. Innocent Oseghale, nigeriano, imputato è accusato di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi la 18enne romana. «Oseghale ha strumentalizzato Pamela come un giocattolo» ha detto il procuratore Giovanni Giorgio nella sua replica, davanti alla Corte di
Assise di Macerata
. «Si era ripresa ma era in stato confusionale dovuto alla droga - ha aggiunto - lui frettolosamente ha soddisfatto le sue voglie sessuali inducendola a un rapporto sessuale non protetto». 
L'udienza si è aperta con le repliche della procura, poi sarà la volta delle parti civili e della difesa.  In aula sempre presenti i genitori di Pamela, Alessandra Verni e Stefano Mastropietro, anche la nonna, i parenti e gli amici.

Il procuratore Giovanni Giorgio ha chiesto per Oseghale la condanna all'ergastolo con isolamento diurno di 18 mesi senza attenuanti: secondo l'accusa, il nigeriano ha violentato la ragazza approfittando delle sue condizioni di inferiorità, la vedeva come «uno strumento per soddisfare la sua cupidigia sessuale» e, probabilmente di fronte alla reazione della vittima che voleva andarsene, l'ha accoltellata con due fendenti al fegato e poi ridotta a pezzi per disfarsi del cadavere. Oseghale ammette di aver tagliato il corpo, ma nega la violenza sessuale e l'omicidio. Secondo la difesa il rapporto sessuale sarebbe stato consensuale e la morte della ragazza sarebbe avvenuta per overdose, ma a quel punto l'imputato avrebbe perso la testa e, preso dal panico, avrebbe fatto a pezzi i resti della 18enne. I legali di Oseghale hanno chiesto di assolverlo dalla violenza sessuale e dall'omicidio e di condannarlo al minimo della pena per vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere.    

Nell'ultima udienza l'avvocato Umberto Gramenzi dove aveva affermato che per la difesa il rapporto sessuale tra Pamela e il nigeriano era stato consenziente e aveva fatto notare che Pamela dopo l'allontanamento dalla comunità aveva avuto rapporti sessuali con altri due uomini. Secondo Giorgio è provato che con gli altri due uomini Pamela ebbe rapporti protetti e avendo con lei dei preservativi, non si capisce «perché mai Pamela avrebbe dovuto decidere di avere solo con Oseghale un rapporto non protetto» come testimonia il fatto che il dna di
Oseghale è stato l'unico di quelli ritrovati sui resti riconducibile a un rapporto sessuale. Nel corso delle repliche il procuratore ha poi difeso l'attendibilità del teste collaboratore di giustizia Vincenzo Marino,
messa in dubbio dalla difesa di Oseghale.

La pm Stefania Ciccioli ha puntato l'attenzione sulla violenza sessuale, sul fatto che i resti di Pamela sono stati lavati con la candeggina e alcune parti non sono state più trovate:  il lavaggio con la candeggina e l'asportazione di
alcuni organi, secondo l'accusa, sono avvenuti «per cancellare le prove». 


 
© RIPRODUZIONE RISERVATA