Palestrina, il santone dj Dario Gritti perde la “licenza”: la Santa Sede boccia la sua associazione

L'ex dj Dario Gritti durante una cerimonia con i membri dell'associazione Innamorati di Gesù e della Madonna
di Massimo Sbardella
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Domenica 3 Novembre 2019, 15:15
Dopo anni di polemiche, il santone dj Dario Gritti non potrà più esercitare le sue “preghiere di liberazione e di guarigione” che hanno fatto tanto discutere sul territorio, dove netta era la frattura tra fedelissimi e contrari. Con una nota di poche righe, il Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita della Santa Sede rende noto che è stata “disposta la soppressione dell’associazione di fedeli 'Innamorati di Gesù e della Madonna' in quanto ha constatato abusi gravi della disciplina ecclesiastica e scandalo per i fedeli provocati dal Fondatore [..] nello svolgimento delle catechesi e nella vita interna dell’associazione […]”. L’impossibilità, per il Vaticano, di separare le sorti dell’associazione da quelle del fondatore ha costretto l’organismo ecclesiastico a “sopprimere l’associazione a causa del comportamento del fondatore”, per “evitare il protrarsi di situazione abusive della disciplina ecclesiastica e per tutelare gli stessi associati”. Una decisione che chiude, una volta per tutte, i duri contrasti nella Diocesi di Palestrina tra buona parte del clero locale, e delle parrocchie, e l’ex vescovo Domenico SIgalini che, assumendo posizioni in evidente contrasto con le comunità locali, ha accolto (nel 2013) questo ex disk jockey, laico, che vantava amicizia e vicinanza con l'esorcista Padre Amorth, consentendogli di dare il via all’insolito culto, creato intorno ad una catechesi spicciola ma spettacolarizzata, tra svenimenti e imposizioni delle mani, che veniva praticata all’interno delle principali chiese del territorio. Un percorso iniziato addirittura dalla cattedrale di Sant’Agapito dove, fino a tarda sera, fra fede e suggestione, un numero sempre crescente di persone finivano stese a terra a seguito dell’imposizione della mano di Gritti sul viso.
Gli atteggiamenti guasconi del personaggio, il coinvolgimento di alcuni giovanissimi e l’assenza di sacerdoti in queste "preghiere" portarono alla sollevazione di tutta la città, a partire dal sindaco De Angelis, con l’allora vescovo Sigalini costretto a spostare le pratiche del santone in chiese minori della diocesi, guidate da parroci più accomodanti, da Cave a Zagarolo, da San Bartolomeo a Carchitti, da Gallicano nel Lazio a San Vito Romano.
Nel frattempo, non si è mai capito con quali fondi, Gritti e gli Innamorati continuavano a girare, con le loro felpe blu con cuore bianco e slogan dell’associazione, a bordo di pulmini Mercedes Vito serigrafati, consumando pranzi e cene in ristorante, iniziando addirittura l’edificazione di una villa a Colle Palme. Chiunque osasse obiettare, veniva subito zittito in malo modo dal vescovo Sigalini che, non senza ulteriori polemiche, concesse al Santone dj anche dei locali all’interno della Curia per ricevere, una volta a settimana, malati e disabili per fantomatiche preghiere di guarigione. L’arrivo, nell’agosto 2017, del vescovo Mauro Parmeggiani al posto di Sigalini ha portato all’allontanamento pressoché immediato di Gritti e dell'associazione dalla Diocesi di Palestrina. Forti del riconoscimento di "Associazione privata di fedeli", ottenuto dal vescovo precedente nel 2014, il movimento ha comunque continuato fino ad oggi a portare le proprie preghiere di liberazione e guarigione in giro per l’Italia (Roma, Terracina, Lecce, Pontida), fino al provvedimento della Santa Sede che, una volta per tutte, pone la parola fine a quelle situazioni definite “abusive della disciplina ecclesiastica” tra le rimostranze degli adepti del Dj che, sui social, affermano: "Il Papa si fida dei consiglieri. Ricordate ciò che ha passato Padre Pio per mano della Santa chiesa, del Papa e dei cardinali". 
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