Gli atteggiamenti guasconi del personaggio, il coinvolgimento di alcuni giovanissimi e l’assenza di sacerdoti in queste "preghiere" portarono alla sollevazione di tutta la città, a partire dal sindaco De Angelis, con l’allora vescovo Sigalini costretto a spostare le pratiche del santone in chiese minori della diocesi, guidate da parroci più accomodanti, da Cave a Zagarolo, da San Bartolomeo a Carchitti, da Gallicano nel Lazio a San Vito Romano.
Nel frattempo, non si è mai capito con quali fondi, Gritti e gli Innamorati continuavano a girare, con le loro felpe blu con cuore bianco e slogan dell’associazione, a bordo di pulmini Mercedes Vito serigrafati, consumando pranzi e cene in ristorante, iniziando addirittura l’edificazione di una villa a Colle Palme. Chiunque osasse obiettare, veniva subito zittito in malo modo dal vescovo Sigalini che, non senza ulteriori polemiche, concesse al Santone dj anche dei locali all’interno della Curia per ricevere, una volta a settimana, malati e disabili per fantomatiche preghiere di guarigione. L’arrivo, nell’agosto 2017, del vescovo Mauro Parmeggiani al posto di Sigalini ha portato all’allontanamento pressoché immediato di Gritti e dell'associazione dalla Diocesi di Palestrina. Forti del riconoscimento di "Associazione privata di fedeli", ottenuto dal vescovo precedente nel 2014, il movimento ha comunque continuato fino ad oggi a portare le proprie preghiere di liberazione e guarigione in giro per l’Italia (Roma, Terracina, Lecce, Pontida), fino al provvedimento della Santa Sede che, una volta per tutte, pone la parola fine a quelle situazioni definite “abusive della disciplina ecclesiastica” tra le rimostranze degli adepti del Dj che, sui social, affermano: "Il Papa si fida dei consiglieri. Ricordate ciò che ha passato Padre Pio per mano della Santa chiesa, del Papa e dei cardinali".
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