Fiano Romano vuole tornare “sotto” il Tribunale di Roma: attesa per la risposta del Ministro della Giustizia

Una veduta del borgo ddi Fiano Romano, snodo chiave a nord di Roma
di Fabio Marricchi
3 Minuti di Lettura
Sabato 27 Novembre 2021, 14:24 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 10:53

«Perché non considerare l’ipotesi di un ritorno di Fiano Romano al Tribunale di Roma? E' la cosa più utile per i cittadini». La senatrice di Liberi e Uguali Loredana De Petris ha presentato un’interrogazione scritta al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro della Giustizia Marta Cartabia ponendo il problema del tribunale di competenza per Fiano Romano, e di molti altri comuni dell'area tiberina, che attualmente è quello di Rieti. La cittadina chiave a nord di Roma, insieme a Civitella San Paolo, Passo Corese, Nazzano, Morlupo, attendono la risposta della costituzionalista che guida il ministero di via Arenula a Roma, perché sono tutti nelle stesse condizioni e vogliono tornare sotto la competenza della Capitale. I trasbordi verso la lonatna Rieti provocano non pochi disagi per i cittadini che debbono recarsi al tribunale. Per arrivarci ci vuole un’ora di tempo per tratta con l’automobile propria (ma non tutti ce l’hanno e non tutti guidano). Con i mezzi pubblici due ore.

«Con il Decreto Legislativo 491/99 venne disposto il riordino del circondario dei tribunali nel distretto della Corte d’appello di Roma – si legge nella premessa dell’interrogazione - e in particolare si dispose l’attribuzione al Tribunale di Rieti del territorio, fra gli altri, del comune di Fiano Romano, nonostante si trovi in provincia di Roma. Contestualmente fu prevista l’istituzione, nel circondario, della sezione distaccata di Poggio Mirteto, cui venne attribuita competenza per il Comune di Fiano. In seguito con decreto legislativo n. 155/2012 nell’ambito del generale riordino degli uffici giudiziari, la Sezione staccata del Tribunale di Rieti presso Poggio Mirteto venne soppressa e per tutti i procedimenti sorti nel territorio di Fiano Romano divenne competente il Tribunale di Rieti».
La storia è proprio questa e riguarda, oltre a Fiano, altri Comuni della Tiberina per circa 100 mila persone.

Con l’istituzione dei tribunali metropolitani si realizzarono sedi distaccate. Una riforma che secondo gli amministratori dell’area «si dimostrò un fallimento, perché non migliorarono le cose». In più le spese erano insostenibili per lo Stato, nonostante i locali fossero messi a disposizione dai Comuni. Quindi nel 2012 le sedi distaccate furono abolite. Fiano rimase col cerino in mano, trovandosi assegnata un tribunale lontano del tutto estraneo dal punto di vista geografico e anche al contesto economico della cittadina. E quello che è peggio difficilmente raggiungibile. La città è stanca dei trasbordi e vuole tornare al punto di partenza. Un’istanza contenuta nella seconda parte dell’interrogazione: «Il Tribunale di Rieti – scrive la De Petris - dista oltre 50 chilometri da Fiano. Ciò comporta un viaggio di più di un’ora di auto e due di autobus, a causa del percorso stradale particolarmente tortuoso. C’è un evidente disagio per i quasi 20 mila abitanti di Fiano Romano, che rischia di ripercuotersi sui loro fondamentali diritti di accesso alla Giustizia e in generale di difesa. Considerato che il Tribunale di Roma risulta essere più vicino, ad appena 35 chilometri di distanza, soprattutto molto più agevole da raggiungere attraverso la comoda bretella autostradale (appena venti minuti), o con i mezzi pubblici, frequenti ed economici, perché non porre in considerazione il ritorno di Fiano, una città in crescita esponenziale, alla sua sede naturale cioè Roma, più agevole per i cittadini?». È il quesito di una senatrice al ministro e tanti nell’area si pongono la domanda.

© RIPRODUZIONE RISERVATA