Ostia, grande fuga dei turisti: «Colpa della cattiva immagine»

Ostia, grande fuga dei turisti: «Colpa della cattiva immagine»
di Mirko Polisano
3 Minuti di Lettura
Martedì 26 Marzo 2019, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 08:38

«Le fiction criminali mettono in crisi il turismo e il commercio di Ostia». L'allarme arriva dagli esercenti del mare della Capitale e dagli albergatori che registrano camere sempre più vuote e hotel che chiudono uno dopo l'altro. Quella che fino a qualche anno fa, prima del commissariamento del X Municipio, era un territorio ambito da russi, tedeschi e francesi - ma anche da molti italiani che venivano a trascorrere le estati sul mare a un passo da Roma - oggi non è più una località di richiamo. I dati di Confcommercio parlano chiaro: meno 30% di fatturato e mancati incassi per oltre tre milioni di euro. Non c'è offerta low-cost che tenga, né pacchetti promozionali: Ostia non è più appetibile e nessuno qui vuole venire a soggiornare.

Ostia, tornano i delfini: la primavera porta il primo cucciolo del 2019

LA NARRAZIONE
«Colpa anche di fiction di ambientazione criminale che raccontano solo il lato criminale di Ostia - puntualizza Armando Vitali, presidente Confcommercio Roma-Litorale - ci vorranno anni prima che Ostia possa togliersi di dosso il marchio di città dei clan e per uscire dal tunnel solo che non si intravede l'inizio di un nuovo percorso. E intanto crolla il mercato. Nel settore immobiliare per esempio - precisa Vitali - c'è un grande tentennamento da parte degli investitori che fino a qualche tempo fa avrebbero colto al volo l'occasione di aprire un'attività al Lido. Il calo di fatturato per le attività commerciali del X Municipio - conclude Vitali - è pari a un meno 30% rispetto agli anni passati per un mancato incasso di oltre tre milioni di euro».
Il settore turistico è in grande sofferenza: Ostia è quasi senza più alberghi. A poco più di un mese dall'apertura della stagione balneare hanno chiuso, anche gli ultimi hotel sul lungomare, il faraonico Aran Blu (all'entrata del porto, era del gruppo spagnolo Barcelò) e lo storico Belvedere proprio davanti al Pontile: dopo l'addio del Satellite e dell'Airport Palace, in pratica è il collasso dell'accoglienza per il mare della Capitale. «Mentre il turismo a Roma cresce - ammette Stefano Pietrolucci, vicepresidente di Assohotel Mare di Roma - il suo mare crolla e Ostia non riesce a intercettare il trend positivo. La percentuale tra perdite e mancati incassi supera il 25%. In questo momento si punta all'immagine di Ostia solo in senso negativo. Ostia è protagonista delle fiction non solo per le scene girate, ma anche per essere parte della sceneggiatura. Questa nomea fa della nostra città la pecora nera del turismo internazionale». Ma non solo: «Il racconto di Ostia come terra di mafia fa perdere appeal al turismo - prosegue Pietrolucci - ma c'è anche altro: il degrado. Questo è un territorio non visibilmente accogliente».

IL BUSINESS
«Con le serie tv il litorale viene rappresentato negativamente e come teatro di criminalità organizzata - sottolinea Nicola Della Puca, presidente di Roma Mare Assohotel - questapercezione destabilizza il parametro della sicurezza che una destinazione turistica necessita per essere selezionata». C'è anche chi ha proposto un documento che impegni il Campidoglio a rilasciare le autorizzazioni per far girare scene di fiction violente a Ostia. «La mia richiesta - ammette Pierfrancesco Marchesi, consigliere Lega X Municipio - è stata però censurata dall'amministrazione locale M5S senza alcuna spiegazione. Quando non si hanno argomenti, la maggioranza Di Pillo si rifugia nella censura». Un tempo c'era Fellini che scelse Ostia per girare I vitelloni: erano gli anni d'oro della Dolce Vita, poi arrivò il tempo di Amore Tossico e l'inizio del black out. Ora Ostia deve essere spartita nella finzione tra gli Anacleti e gli Adami; nella realtà dai clan Spada e Fasciani. Tutto questo tra mazzette, corruzione e grandi interessi dove la cronaca ispira la fiction e quasi si confonde con essa..
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA