C'è chi, alla fine, il business sulle spiagge libere di Ostia lo ha fiutato. Nonostante i divieti della legge e quelli di un bando che - oggetto ora di una vasta indagine della Guardia di Finanza - continua a far discutere. È il caso dei gestori degli arenili di Ponente che hanno trasformato i lotti di sabbia in modalità stabilimento balneare, con tanto di abbonamenti settimanali e del week end per i clienti più affezionati a cui viene riservato anche un posto speciale in spiaggia grazie al preposizionamento - anche questo non consentito - di lettini, sdraio e ombrelloni.
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LA DENUNCIA
Eccolo servito il far west delle spiagge libere, con buona pace di controlli e verifiche che, da X Municipio in primis, tardano ad arrivare.
BAGNANTI CACCIATI
La polemica corre anche sui social dove domenica scorsa, giornata di punta per le presenze dei bagnanti a Ostia, essendo anche l'ultima di luglio, un utente è stato invitato a non posizionare il proprio lettino dove voleva perché lo spazio era già riservato ad altri. È accaduto sulla spiaggia libera di piazza Scipione l'Africano. Alla denuncia, rimbalzata sui social, si è levato un coro di proteste unanime: «Questa situazione si verifica spesso e su diverse spiagge libere di Ostia - scrivono su facebook in molti - abbiamo fatto diverse segnalazioni a Guardia di Finanza, polizia municipale e Capitaneria di Porto senza ottenere grande considerazione al momento». I cittadini si rivolgono proprio alle forze dell'ordine per chiedere il rispetto delle regole. Le spiagge libere di Ostia, dunque, forse proprio libere non sono. E nemmeno di tutti.
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