Ostia, mare sempre più tropicale: ecco il granchio blu. L'ultima specie esotica vista anche a Fregene

I crostacei originari dell'Argentina sono ora presenti nelle Valli di Comacchio

Ostia, mare sempre più tropicale: ecco il granchio blu. L'ultima specie esotica vista anche a Fregene
di Fabrizio Monaco
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Sabato 13 Agosto 2022, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 20:00

Un mare tropicale. Le acque sempre più bollenti del Mediterraneo stanno generando un vera rivoluzione nella fauna ittica. Sempre più spesso vengono avvistate specie aliene provenienti da ben altre latitudini. L'esempio più eclatante è quello dei granchi reali o blu (Callinectes sapidus), crostacei di grandi dimensioni con un guscio bluastro verdognolo, larghi fino a 23 cm e 15 di lunghezza. Il primo avvistamento sul litorale romano è avvenuto tra Fregene e Focene a fine settembre del 2021, testimone diretto Toni Quaranta, delegato del sindaco di Fiumicino per la costa e la balneazione e titolare di 40° all'ombra, chiosco di Focene: Si erano infilati in un mucchio di reti alla deriva nel mare nella massa aggrovigliata, insieme ai pesci intrappolati, c'erano strani crostacei con grosse chele bluastre intenti a banchettare con tutte quelle prede.

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All'inizio non capivo, quando ne ho preso uno in mano è stato chiaro: granchi giganteschi, mai visti prima qui.

E quest' anno a luglio li abbiamo ritrovati in spiaggia, ce ne sono tanti, sempre più numerosi. Qualcuno viene catturato alla foce del canale, i ragazzi li prendono con le mani, i pescatori con la rete a sacco. Sono pure buoni da mangiare, ma non c'entrano niente con la nostra tradizione culinaria.

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Gli avvistamenti

Da allora è stata una vera escalation di avvistamenti, da Ladispoli a Ostia, il granchio blu a colonizzate le spiagge del litorale romano, anche perché il Mare nostrum è stato colpito da un'ondata di calore che ha innalzato la temperatura della superficie di circa 4 gradi rispetto alla media del periodo 1985-2005, con picchi superiori ai 23 gradi, dati certi provenienti dal progetto CareHeat che è stato finanziato dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa), a cui partecipano Cnr ed Enea. Una condizione che favorisce lo sviluppo e la riproduzione di queste specie aliene, come il granchio reale. Predilige fondali sabbiosi e sopravvive a basse concentrazioni di ossigeno spiega il biologo Valerio Manfrini che da 25 anni si occupa di grandi vertebrati marini è originario delle coste atlantiche occidentali, dalla Nuova Scozia all'Argentina dove viene pescato in grandi quantità rappresentando una specie target per la pesca in America. È consumato per scopi alimentari anche nel Sud-Est asiatico ed è ormai presente nel Mediterraneo, in particolare nelle Valli di Comacchio e lungo le coste marchigiane e abruzzesi. Si ipotizza che le sue larve siano arrivate attraverso le acque di zavorra delle navi provenienti dall'Atlantico. È un vorace predatore di specie importanti, come vongole, ostriche, ma anche dei pesci impigliati nelle reti. Che l'invasione delle specie aliene sia appena cominciata lo ha dimostrato l'ennesima moria di pesci di metà luglio: sulla riva sono comparse centinaia di esemplari morti di pesci siluro (Silurus glanis) lunghi due metri. Le carcasse di questi enormi predatori fuoriusciti dal Tevere sono finite prima nelle reti dei pescherecci e poi lungo gli arenili di tutta la costa, da Passoscuro fino a Fiumicino. Pesci siluro e granchi blu, altro che biodiversità, la colonizzazione del nostro mare è cominciata da un pezzo. 

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