Omicidio a Roma, nella Capitale un esercito di sbandati con la pistola in tasca

Omicidio a Roma, nella Capitale un esercito di sbandati con la pistola in tasca
di Michela Allegri
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Venerdì 25 Ottobre 2019, 08:11 - Ultimo aggiornamento: 14:08

ROMA Nella Roma criminale e sbandata, non sono solo i regolamenti di conti che finiscono nel sangue, ma succede anche per scippi e semplici risse da discoteca. Procurarsi una pistola è sempre più facile: si trovano arsenali in vendita nel mercato nero e nel dark web, dove per comprare un fucile o una mitraglietta bastano un click, una carta prepagata, o una transazione in moneta virtuale. Poi ci sono le pistole in leasing, noleggiate giusto il tempo di mettere a segno un colpo e poi restituite, pagate a ore.

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Nella Capitale sembra essere sempre più facile impugnare un'arma e minacciare. Sparare, anche per risolvere uno screzio da poco, una discussione. E così, nelle strade, fuori dai locali, nei giardinetti, ad essere uccisi con un colpo alla nuca, o a restare sulla sedia a rotelle dopo un conflitto a fuoco, non sono più solo boss del calibro di Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, ma anche persone comuni, vittime di scippi o di scambi di persona, come era successo a Manuel Bortuzzo, il nuotatore diciannovenne rimasto paralizzato, e come potrebbe essere successo due sere fa a Luca Sacchi: gli hanno sparato in testa dopo che ha cercato di difendere la fidanzata da un tentativo di scippo.

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LA DROGA
A Roma esplodono in ogni angolo atti di violenza incontrollata, e anche ladruncoli e pusher vanno in giro con il ferro. Un'escalation di violenza - nonostante il numero di omicidi sembri essere calato - legata soprattutto alla diffusione di cocaina: dai dati delle ultime indagini della Dda emerge che il consumo di stupefacenti negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale. Ma emerge anche che i criminali, e non solo quelli organizzati, sono sempre più armati. Anche i più giovani, anche quelli apparentemente insospettabili. A Roma, spiegano gli inquirenti, c'è stato un aumento di forme di criminalità che si modellano sul metodo mafioso, diffuso soprattutto tra i più giovani, influenzati dalle fiction tv stile Gomorra.

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Dal colpo di pistola che, in zona Axa, quartiere di Roma Sud, ha raggiunto Bortuzzo alla schiena, ai due fratelli arrestati per avere investito con la macchina due buttafuori della discoteca Qube, in zona Portonaccio, solo perché li avevano allontanati dal locale. In quel caso, per cercare di uccidere due persone non era stato necessario impugnare un'arma, come era invece successo lo scorso gennaio, quando Andrea Gioacchini era stato freddato con un colpo alla testa davanti all'asilo della figlia, alla Magliana. E come è successo molte altre volte, quando per puro caso si è evitata la tragedia. A parlare sono le pagine di cronaca. Due aprile 2019, solo per fare un esempio: sparatoria davanti a un bar a Cinecittà, in mezzo ai passanti, con i proiettili che hanno sfiorato una bimba. Ma anche pochi giorni fa: lunedì scorso sono stati esplosi alcuni colpi di pistola vicino all'hotel Sheraton, all'Eur.
 
 


I SEQUESTRI
Mentre quasi ogni settimana ci sono sequestri. Pochi giorni fa, per esempio, i Carabinieri hanno arrestato un 64enne che nascondeva in casa tre revolver, proiettili e anche una pistola scenica, ma con canna alterata e resa idonea allo sparo. Ma non è un caso isolato: nei primi mesi del 2019 piccoli e arsenali sono spuntati anche all'Eur, a Tor Bella Monaca, a Ostia, a Castelverde. Pistole con matricola abrasa, molte risultate rubate. Ed è questo il business più redditizio, visto che solo nel 2018 circa 250mila persone a Roma avevano un legittimo porto d'armi. Ma la vera preoccupazione delle forze dell'ordine è: quante di queste armi sono censite, ma non controllate? E quanti possessori sono ancora in regola? Confrontando il primo semestre del 2018 e quello del 2019, spicca un altro dettaglio: rispetto allo scorso anno è stato respinto il doppio delle autorizzazioni. Circostanza che potrebbe avere spinto i richiedenti a cercare altre strade per reperire una pistola a cui non avevano diritto.
 


 
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