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Spediti lì dalla sindaca Virginia Raggi, gli assistenti sociali hanno offerto alle famiglie con bambini, agli anziani e a chiunque fosse considerato in stato di «fragilità» potenziale una sistemazione sicura, all'interno del circuito di accoglienza del Campidoglio. Posti letto in strutture dedicate o in case famgilia. Risposta degli occupanti: no grazie. Restiamo qui. Evidentemente i «rischi igienico-sanitari» strombazzati fino a poco prima, erano evaporati, giusto il tempo di rimandare indietro gli operatori comunali. Poi sono ricomparsi, nella propaganda della protesta. E hanno riecheggiato anche negli show allestiti negli ultimi giorni. Almeno quelli, gratuiti. Molti altri no.
LA REGIA
Chi tiene i fili di questa isola di illegalità, del resto, non ne ha mai fatto mistero. Anzi, rappresenta quasi un vanto, la dimostrazione che è possibile rendere remunerativa un'occupazione a costo zero. Che però garantisce a chi gestisce questo stabile ovvero Action un flusso di denaro superiore a 250mila euro l'anno, tra parte ludica e affitti versati dai 450 occupanti. Anche qui, tutto in nero. Le attività della discoteca (capienza oltre 1000 persone: e poco importa che non ci siano uscite di emergenza o impianto antincendio) e del ristorante, ma anche della scuola per birrai, o ancora, dei corsi di milonga, della sala cinematografica, sono ampiamente pubblicizzate sui social. Ecco Spin Eat, ovvero l'osteria: con una trentina di coperti, prezzi più bassi della media dei ristoratori per il cibo (fettuccine 6 euro, totani e patate a 8, braciole di maiale 6). La cantina è curata e i prezzi, qui, possono anche lievitare. E poi c'è Spin Beer Lab, il laboratorio di birra, che offre corsi a pagamento. Bisogna pagare anche per imparare a ballare il tango (80 euro a persona per tutto il corso). Il ristorante è aperto dal martedì al sabato, dalle 19 alle 24: ovviamente qui non vengono osservate, in nessun modo, le leggi che, invece, devono rispettare i ristoranti tradizionali (dalle norme sulla conservazione dei cibi a quelle relative al loro trattamento). Impossibile verificare la pulizia delle cucine: la polizia non è ammessa, neanche se l'ispezione avviene nell'interesse di chi quel cibo lo mangia. Quando sono in programma serate danzanti il venerdì e il sabato il ristorante fa registrare anche il tutto esaurito. Scontrini? Mai pervenuti. Si paga cash. Anche all'entrata della discoteca la cosiddetta sala L viene richiesto il pagamento di un biglietto (Siae è un acronimo sconosciuto, da queste parti).
125 EVENTI NEL 2018
Nel 2018, gli eventi pubblici sono stati oltre 125. Non tutti a pagamento, certo: ci sono stati dibattiti (a uno, partecipò pure il vicesindaco, Luca Bergamo e la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi: i due più vicini a questa realtà fuorilegge) e poi proiezioni cinematografiche, serate di ballo, corsi di vario genere (non gratuiti). Ma le notti più remunerative sono quelle durante le quali le casse sparano musica a tutto volume, per la gioia, si fa per dire, dei residenti (ma anche le 450 persone qui ospitate sono abituate a dormire poco, il venerdì e il sabato). L'ingresso oscilla dai 5 ai 10 euro, a seconda dell'ospite: alcuni dj hanno cachet di tutto rispetto, anche se in questo caso praticano sconti pro-occupazione. Talvolta viene indicato che l'entrata è a sottoscrizione, ma non si accettano meno di 5 euro. E poi c'è l'alcol, che scorre a fiumi. È offerto a prezzi stracciati e, soprattutto, viene venduto anche ai minorenni (del resto qui vengono spesso ospitate le feste dei liceali: l'ultima è stata quella del Righi). Nei primi cinque mesi del 2019, gli eventi aperti al pubblico sono stati oltre 60. Il prossimo è in programma il 17: un altro rave. «Sarà un'occasione per festeggiare la nostra vittoria», avevano scritto nei giorni scorsi, già presagendo di tornare a vedere la luce. Inclusa quella stroboscopica della disco.
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