Ridurre la dipendenza dell'Italia da fonti energetiche di altri Paesi, come la Russia, ma anche dai combustibili fossili, viste le ultime decisioni dell'Unione Europea sulle automobili a benzina e diesel. Per questo riparte la ricerca sull'energia nucleare con un progetto dell'Enea. Twitta il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: «Bene la ricerca per il nucleare pulito. La rivoluzione possibile è nella scommessa della fusione. È nel Lazio al centro Enea di Frascati il progetto laboratorio più importante d'Europa su questo. Orgogliosi e con impegno andiamo avanti». Il progetto - chiamato Divertor Tokamak Test o Dtt - vede Enea come partner principale e nel ruolo di leader di un consorzio europeo (Eurofusion) che sta realizzando, nel Centro Enea di Frascati, un laboratorio scientifico-tecnologico tra i più grandi in Europa. In un arco temporale di 7 anni, il Dtt prevede di dar luce a un impianto dimostrativo in grado di fornire energia elettrica da fusione nucleare entro il 2050. Si parla di una energia ottenuta da fusione nucleare, quindi sostenibile perché sicura, efficiente, inesauribile, libera da emissioni nocive di anidride carbonica.
Un'energia che rappresenta un'alternativa ai combustibili fossili. Soprattutto, a differenza di quella ottenuta da fissione nucleare, la fusione non produce scorie radioattive, spettro da sempre agitato dai detrattori.
Parliamo di un progetto sperimentale, per ora, non della produzione su scala industriale di energia che, ovviamente rimane l'obiettivo finale. La fase di studio preliminare del progetto Dtt si incentra sull'analisi dei sistemi di smaltimento della potenza sottoposti a stress e forti carichi termici, sviluppare materiali e nuove tecnologie e, in sostanza, cercare di preparare le nuove generazioni di scienziati e mantenere leadership italiana.
I FONDI
Investimento complessivo previsto di 500 milioni di euro cui contribuirà un mutuo europeo erogato dalla Banca Europea degli Investimenti, finanziamenti nazionali, il contributo del Consorzio stesso e contributi messi in campo dalla Repubblica Popolare Cinese in qualità di partner scientifico del progetto.