Roma, il nonno spara al nipote: «Sono inciampato, così è partito il colpo». Per il piccolo morte cerebrale

Roma, il nonno spara al nipote: «Sono inciampato, così è partito il colpo». Per il piccolo morte cerebrale
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 14 Agosto 2020, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 16 Agosto, 09:37

Per ore di fronte agli agenti di polizia del commissariato Fidene Serpentara e al magistrato di turno ha ricostruito quegli attimi terribili: «È stata una disgrazia, stavo pulendo la mia pistola quando sono inciampato ed è partito il colpo». Gli occhi gonfi dalle lacrime, il volto stravolto, la maglietta ancora intrisa di sangue. Quando ha visto il corpo del nipote - che avrebbe compiuto sette anni il prossimo settembre - sul pavimento ieri mattina poco prima delle 11, lì per lì, non ha realizzato. È stato il figlio uscendo dal bagno, dopo aver sentito il boato, il primo ad urlare.
Si consuma così alla vigilia del Ferragosto il dramma di una famiglia in via Val Sillaro, a pochi metri dal parco delle Valli, quadrante Nord della Capitale. Un uomo di 76 anni, G. T., ex cancelliere in pensione, maneggiando una pistola Glock calibro 9, regolarmente registrata, ha ferito a morte il nipote. Il piccolo è stato raggiunto dal proiettile alla nuca, cadendo a terra privo di sensi. È stato il papà a chiamare i soccorsi e sul posto oltre all'ambulanza sono arrivate anche le volanti della polizia e gli agenti del commissariato Fidene. Il bambino ha varcato in condizioni disperate l'ingresso del pronto soccorso dell'Umberto I alle 11.22 ed è subito stato operato dall'equipe di Neurochirurgia. Nel pomeriggio la direzione sanitaria dell'ospedale ha fatto sapere che il piccolo dopo l'intervento è stato ricoverato nella Terapia intensiva del reparto di Pediatria. Le sue condizioni: è in stato di morte cerebrale.

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LA DINAMICA
Il nonno, invece, è stato iscritto nel registro degli indagati all'inizio per lesioni colpose aggravate e poi per omicidio colposo. Il pubblico ministero ha parlato di «Una tragica fatalità» anche se le indagini, tuttavia, sono nella fase iniziale e si dovrà ancora accertate con esattezza la dinamica. Dopo lo sparo, la corsa disperata in ospedale, nell'appartamento al secondo piano di una palazzina che guarda uno dei più grandi parchi di Roma sono arrivati gli agenti della Scientifica per svolgere i rilievi ma sarà necessario aspettare gli esiti e anche la ricostruzione sulla traiettoria del proiettile per capire se la dinamica raccontata dal nonno corrisponde alla realtà. Sia lui che il figlio sono stati sottoposti allo stub, l'esame necessario a stabilire quale mano abbia davvero impugnato l'arma e sparato. Il padre del bambino ha raccontato di non aver visto nulla e, ascoltato in commissariato per diverse ore, ha solo detto di «essere uscito dal bagno non appena sentito lo sparo», trovando il corpo del figlio «in terra» e il padre «con la pistola in mano». Nessuno dei pochi condomini ascoltati dalla polizia ha fornito informazioni utili. In pochi hanno sentito il colpo di pistola e nessuno, tra coloro che sono stati ascoltati, ha parlato di grida, magari per una lite, rimbombate nel palazzo prima dello sparo.
 

 


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L'ARRIVO A ROMA
Ieri mattina il 76enne aspettava l'arrivo del nipote, affetto da autismo, che insieme ai genitori e alla sorellina vive a Palombara Sabina. Avrebbero dovuto trascorrere la mattinata insieme mentre il papà sbrigava alcune commissioni prima del Ferragosto anche se pare che l'appuntamento sia stato preso all'ultimo e la madre del piccolo ne fosse all'oscuro. Il citofono ha suonato intorno alle 10.30, padre e figlio salgono le scale ed entrano nell'appartamento. La nonna non c'è: è al mare e solo nel pomeriggio riuscirà a rientrare a Roma sotto choc. Il papà del piccolo - ripercorrendo le versioni fornite - lascia il figlio perché deve andare in bagno. Pochi secondi e sente da dietro la porta il colpo di pistola. L'anziano 76enne, ha da anni un porto d'armi per sport e caccia e la polizia ha trovato in casa tre pistole regolarmente registrate. Persona esperta dunque nel maneggiare e usare le armi.
Il bambino arriva in ospedale con il papà mentre la madre da Palombara Sabina arriverà in tarda mattinata su un'auto della polizia. Anche lei, come il marito e il suocero, è stata ascoltata in commissariato fino poi a straziarsi in un pianto accorato in ospedale quando è tornata al capezzale del figlioletto.
 

 

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