«No 5G», un quartiere di Roma divide i grillini sulla nuova rete

«No 5G», un quartiere di Roma divide i grillini sulla nuova rete
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 29 Marzo 2019, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 00:04
Sul 5G, la rete super veloce dei cellulari che in Italia sarà attivata nel 2020, si sta giocando una partita globale di portata storica, con gli Stati Uniti e l’Unione europea che contrastano l’accordo con Huawei e la Cina perché si teme per la gestione di dati sensibili della sicurezza, con l’asta miliardaria per l’assegnazione delle frequenze, con le nostre vite destinate ad altri cambiamenti. Ma a Monteverde, quartiere di Roma, vogliono bloccare tutto: più precisamente, al XII Municipio, il Movimento 5 Stelle, partito di maggioranza, ha votato una mozione che impegna la presidente di quel territorio, grillina anch’ella, a non consentire l’installazione delle antenne del 5G.

Altre iniziative simili ci sono state nel resto d’Italia, ad esempio a Trento alcuni consiglieri comunali a 5 Stelle hanno presentato due mozioni in cui chiedono al sindaco di bloccare l’installazione di ripetitori per il 5G. Significa che i 5S sono contro il 5g? No, perché Luigi Di Maio è stato uno dei fautori del dialogo con Huawei sulle nuove tecnologie, lui stesso alla Fiera del Levante, a Bari, ha acceso la prima antenna, ha spiegato che «insieme alla banda ultra larga, il 5G sarà il volano di un nuovo miracolo economico». E a Roma la sindaca Virginia Raggi alle Terme di Diocleziano, tre mesi fa, ha presentato l’applicazione delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale nel turismo. E ha ripetuto che «a soli 10 mesi dal lancio ufficiale del progetto #Roma5G nella Capitale, realizziamo insieme ai nostri partner il primo use case della sperimentazione».

CONTRASTO
Sintesi: da una parte l’Italia (e il Movimento 5 Stelle di governo) corre per non restare indietro nella diffusione del 5G, con le prime città in cui è partita la sperimentazione (Matera, Milano, L’Aquila, Bari e Prato) a cui si sono aggiunte Roma e Torino; dall’altra sta nascendo un movimento contrario che per certi versi ricorda quello dei no-vax e asseconda una certa propensione a contrastare scienza e modernità presente tra i grillini, anche se in questo caso si rischia il corto circuito visto che i pentastellati nascono e si moltiplicano negli anni Zero proprio grazie alla rete. Non solo: sul 5G, soprattutto se affidato ai cinesi, c’è anche un timore molto significativo e trasversale sulla gestione dei dati e su possibili casi di spionaggio.

L’attività dei “no 5G”, poi, va oltre il recinto del Movimento 5 Stelle. Interrogazioni ad Aosta e Rimini sono state presentate anche da consiglieri non grillini. E proprio tre settimane fa si è svolto un meeting a Vicovaro, provincia di Roma, della prima Alleanza Stop5G, in una struttura, spiegava l’invito, «Free Electrosmog Zone, priva cioè dell’irradiazione elettromagnetica di Stazioni Radio Base per telefonia mobile e Wi-Fi, ciò per permettere una partecipazione protetta anche ai malati di elettrosensibilità (EHS) e sensibilità chimica multipla (MCS): a tutti i partecipanti verrà quindi chiesto di non utilizzare profumi né deodoranti profumati, e di non utilizzare alcun dispositivo elettronico ad emissione di radiofrequenze e/o onde elettromagnetiche (computer, notebook, telefoni cellulari, smartphone, tablet)».

Massimiliano Quaresima, consigliere M5S del XII Municipio, era tra i partecipanti ed è tra i firmatari della mozione: «Noi non siamo contro la scienza. Noi diciamo di non installare centraline 5G per un principio di precauzione, non ci sono ancora dati scientifici su questo tipo di tecnologia, per questo chiediamo di fermare la sperimentazione fino a quando non saranno chiari gli effetti sull’uomo». Scusi, Quaresima, però in questo momento ci stiamo parlando al cellulare... «E’ vero, ma io per principio cerco di usarlo il meno possibile, spengo il wi-fi in casa quando non mi serve. E comunque la potenza delle antenne 5G sarà molto superiore a quella della rete attuale». Spoiler: sembra improbabile che i no-5G riusciranno a fermare il 5G. Anche a Monteverde.

APPLICAZIONI
A cosa servirà il 5G? I primi smartphone compatibili stanno arrivando sul mercato, a regime la velocità per navigare e scaricare sarà dieci volte quella dell’attuale 4g. Sarebbe riduttivo pensare che tutto si risolverà nella maggiore velocità dell’invio di una foto o nello scaricare un gioco. L’applicazione secondo gli esperti andrà oltre, dall’intelligenza artificiale alla medicina, con le opportunità offerte per l’invio dei dati di un paziente.
 
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