A24, aumenti pedaggi. Cento sindaci di nuovo a Roma, tensioni con la Questura

L'ingresso del casello autostradale della A24 a Roma-Est
di Antonio Scattoni
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Sabato 20 Novembre 2021, 22:42 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 08:38

Dopo gli appelli a Nicola Zingaretti e Marco Marsilio, riesplode a Roma la protesta contro il rischio salasso per Lazio e Abruzzo del 34% sui pedaggi della autostrada A24 e A25 e sulla sicurezza, non arretra. Il 24 novembre, cioè mercoledì, sentendosi dimenticati da tutti, oltre cento sindaci, da Tivoli, da Castel Madama, da Vicovaro, da Subiaco, fino a Vallepietra, Carsoli e dalla terra Abruzzese, saranno di nuovo in piazza, sotto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a Porta Pia a Roma . A far scattare la nuova manifestazione contro il dicastero, guidato da Enrico Giovannini, ex presidente Ocse e Istat, è stata la mancata convocazione da parte del Ministero, promessa lo scorso 28 ottobre nell’incontro con una delegazione dei primi cittadini.

Ma alla vigilia della protesta è polemica aperta con la Questura per la scelta del posto dove manifestare: «Ho inviato regolare richiesta di autorizzazione – dice Velia Nazzarro, avvocato e sindaco di Carsoli che coordina il comitato dei cento - e ieri mattina mi ha telefonato un dirigente della Questura per chiedermi di spostare la protesta in un’altra piazza.

Ho detto assolutamente di no, noi protesteremo sotto il Ministero come già avvenuto in passato, se poi non vogliono ci inviassero un diniego scritto. Rappresentiamo oltre 100 Comuni non possiamo essere trattati in questo modo, andiamo a protestare per difendere i nostri territori».

Sulla stessa linea il sindaco di Vicovaro, cittadina della Valle dell’Aniene: "Noi manteniamo la protesta sotto il Ministero – dice Fiorenzo dei Simone – voglio ricordare a tutti che i sindaci sono persone tranquille che protestano per tutelare i propri cittadini". Il rischio aumento del pedaggio del 34% è stato annunciato ad ottobre dal concessionario Strada dei Parchi alla Camera dei Deputati. Il concessionario ha anche ricordato la mancata approvazione da parte del governo del piano economico finanziario ( Pef ), presentato nel 2013. Le tariffe sono ferme al 2017 ma in 14 anni sono aumentate del 187%. Ma i sindaci sono soprattutto delusi dalla mancata convocazione di metà novembre, annunciata dal Ministero lo scorso 28 ottobre: " Ad oggi, purtroppo, nonostante il tempo trascorso e l’avvicinarsi della scadenza del 31 Dicembre, tutto “tace”- dicono in coro i 100 amministratori – i sindaci continuano ad essere ignorati unitamente alle loro istanze, a dispetto delle più elementari regole istituzionali che gli stessi, per contro, hanno sempre onorato, nonostante i “discutibili trattamenti” ricevuti in questi quattro lunghi anni". A fianco dei Comuni è scesa in campo anche la Regione Lazio e il presidente Zingaretti ha assicurato il pieno appoggio alla protesta. Martedì 23 alla vigilia della manifestazione video conferenza con l’assessore regionale ai lavori pubblici Mauro Alessandri. Antonio Scattoni

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