Neonata morta in vasca in un bed&breakfast a Termini: la mamma indagata per omicidio

Neonata morta in vasca in un bed&breakfast a Termini: la mamma indagata per omicidio
di Giuseppe Scarpa
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Lunedì 21 Ottobre 2019, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 12:02

È accusata di omicidio colposo la sudcoreana che, il 3 maggio, ha dato alla luce la figlia in una vasca da bagno, in un bed and breakfast, a due passi dalla stazione Termini. La donna era sola. Aveva partorito senza assistenza. Ha tagliato il cordone ombelicale e poi è crollata, svenuta. Nel frattempo la piccina moriva dissanguata, senza che nessuno sentisse i gemiti. Ora la procura ha chiuso le indagini. Il pm Antonio Calaresu ha escluso la prima e più grave contestazione, l'infanticidio. Il decesso della piccola sarebbe da ascrivere ad una condotta negligente della 29enne. In pratica non avrebbe abbandonato volutamente la figlia. Questa l'ipotesi degli inquirenti.

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«Non sapevo di essere incinta», ha detto alla polizia. Gli agenti sono piombati nell'appartamento, in via Turati 140, dopo essere stati chiamati dai padroni di casa. La scena per loro, che sono stati i primi a soccorrere la donna e la piccina, è stata terribile. Il corpo della 29enne, privo di sensi, riverso sul pavimento. E poi il corpicino, senza vita, della neonata, dentro alla vasca da bagno. La donna è stata trasportata in ospedale. Incapace, in quel momento, di fornire ogni tipo di risposta. Le uniche frasi che ha pronunciato sono state: «Non sapevo di essere incinta, non lo sapevo davvero». Inutile, invece, ogni tentativo di salvare la piccola.

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L'INTERROGATORIO
La ragazza, una sudcoreana di 29 anni, in vacanza a Roma con un gruppo di connazionali, non si era resa conto di essere al nono mese gravidanza. Non solo nei momenti immediatamente successivi alla tragedia, anche dopo, interrogata dagli investigatori, ha continuato, senza sosta a ripetere la stessa cosa: «Non lo sapevo». Almeno è questo ciò che ha raccontato agli inquirenti. Nemmeno le persone che l'accompagnavano, a quanto pare, si erano accorte di nulla. La procura aveva chiesto al gip il divieto di espatrio per la sudcoreana. Ma il giudice non aveva accolto la richiesta, dando per buona la versione fornita dalla 29enne. Nel frattempo il pm ha ricevuto il risultato dell'esame autoptico effettuato sul corpo della piccola. Dalla relazione è stata confermata la morte: causata da un'emorragia dopo il taglio, maldestro, del cordone ombelicale e il successivo abbandono, causa svenimento, da parte della madre che non sapeva di essere incinta. Una ricostruzione confermata anche dalla polizia, la 29enne aveva di fatto perso i sensi. Una dinamica che ha spinto il magistrato a modificare il reato in omicidio colposo.
 

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