Ncc, tensione al sit-in a Roma: manifestanti accerchiano un tassista, cori e sputi

Ncc, tensione al sit-in a Roma: manifestanti accerchiano un tassista, cori e sputi
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Giovedì 27 Dicembre 2018, 14:04 - Ultimo aggiornamento: 21:05

Conclusa la manifestazione Ncc a Roma, in piazza della Repubblica, dove diverse centinaia di lavoratori Ncc provenienti da tutta Italia hanno protestato contro il decreto legge, approvato dal Consiglio dei ministri, che disciplina i noleggi con conducente.

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Gli agenti della polizia in tenuta antisommossa sono entrati in piazza e si sono schierati per permettere ai vigili del fuoco di spegnere alcuni falò, che erano stati accesi in piazza e liberare la piazza dai manifestanti della categoria Ncc, riuniti in sit dalle 14, per protestare contro il decreto approvato dal Consiglio dei ministri il 22 dicembre scorso che disciplina la categoria. 

Momenti di tensione al termine del sit-in quando un gruppo di manifestanti ha tentato di accerchiare un tassista in macchina nei pressi della stazione Termini. Ad evitare che la situazione degenerasse sono state le forze dell'ordine in tenuta antisommossa: dopo una serie di insulti e sputi verso l'auto bianca da parte dei manifestanti, gli agenti hanno fatto spostare il gruppo. Le forze dell'ordine - tra i cori e la resistenza passiva opposta dai lavoratori Ncc - hanno fatto arretrare le poche decine di manifestanti rimasti da piazza della Repubblica, luogo del sit-in, verso la stazione Termini.


I sindacati delle categoria è andata ache al Quirinale sperando di farsi ascoltare dal presidente Mattarella e chiedergli di non firmare il decreto e per spiegare le proprie ragioni. In piazza molti manifestanti sventolano bandiere tricolore e intonano slogan contro il governo: «Se non ci ascolteranno bloccheremo il Paese», dicono.

 

 


«La libertà assassinata dal governo del cambiamento». È questa la scritta sul manifesto funebre affisso su una vera bara, su cui è anche poggiato un tricolore, esposta durante la manifestazione. Ai piedi della bara ci sono anche una pagina gigante della Costituzione con l'articolo 1 e 4, per rivendicare il diritto al lavoro Lanciati molti fumogeni e bombe carta.

«Di Maio schiavo dei tassisti». È la scritta sul cartello esposto su un manichino che rappresenta il vicepremier Luigi Di Maio con il cappio al collo, mostrato tra i cori contro il governo alla manifestazione degli Ncc. Il manichino, esposto in piazza della Repubblica, dove è in corso il sit-in, è stato poi dato alle fiamme. «Di Maio vieni qui», hanno urlato i manifestanti. Dopo aver bruciato il manichino qualcuno tra gli Ncc ha anche gettato un tricolore nel fuoco, ma la bandiera è stata tolta dalle fiamme dopo pochi secondi da altri manifestanti e si è salvata. La tensione in piazza è salita dopo il ritorno della delegazione di autisti Ncc, che era andata al Quirinale per presentare un documento con le istanze della categoria. «Al Quirinale hanno solo protocollato il documento che abbiamo portato, la protesta continua», hanno poi detto ai microfoni in piazza. Allora è stato dato fuoco al manichino raffigurante Di Maio e poi il tentativo di dar fuco al tricolore.
 


 Uno degli autisti, con gilet giallo indosso, è salito sul palco allestito su un furgone e si è lanciato della benzina addosso minacciando di darsi fuoco. Altri disperati sono saliti sul palco urlando: «Da qui non ce ne andiamo». In molti si sono seduti gambe incrociate in piazza dove promettono di «dormire» e «Farci capodanno. Finchè il ministro Toninelli non viene qui». Molti si sono fatti innervosire da un discorso fatto sul palco da uno dei fondatori di Avitral, la principale associazione degli Ncc: «Se passasse gli Ncc apriranno licenze in Romania e Bulgaria e poi, visto che sono due paesi Ue torneranno in Italia». Dopo il suo intervento diversi Ncc si sono recati dal sindacalista per chiedere informazioni pratiche a riguardo. «Ci avete detto di andare in Romania, ma vi rendete conto? Fatevi vedere, dove siete finiti?», dice al megafono uno degli autisti che non hanno preso bene le parole del sindacalista. Lo stesso Aloisi si è recato dell'autista per chiarire il senso del suo discorso. Poi, salito sul palco ha spiegato: «Le associazioni fanno un passo indietro. Le nostre responsabilità terminano qui, ma questo non significa che Giulio Aloisi se ne va a casa per rispetto dei colleghi venuti da ogni parte d'Italia e soprattutto per rispetto del mio lavoro e della mia famiglia. Manteniamo la piazza e poi vedremo che fare». Il discorso del sindacalista ha soddisfatto la folla che precedentemente lo aveva contestato.

Secondo il decreto, che riguarda «disposizioni urgenti in materia di autoservizi pubblici non di linea», gli Ncc potranno operare in ambito provinciale senza dover più tornare in rimessa ma solo a patto di avere già nel «foglio di servizio» più prenotazioni oltre alla prima. Resta inoltre bloccato il rilascio di nuove autorizzazioni in attesa del nuovo «archivio informatico pubblico nazionale» per la registrazione di tutte le licenze, anche dei taxi.



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«Nel settore del trasporto locale non si applicano regole da troppi anni. Ma non si può continuare così all'infinito perché non conviene né ai tassisti né agli Ncc». È quanto sottolinea, in una intervista al Messaggero il sottosegretario ai Trasporti, Edoardo Rixi. «Finora - spiega Rixi -, dato che il settore è considerato locale, Ncc e tassisti sono rimasti fuori dalla direttiva europea Bolkestein che impone di mettere a gara le concessioni dei servizi. Ma se dovessimo assoggettare il trasporto locale garantito dagli Ncc a normative nazionali e questo segmento dovesse finire nella Bolkestein si potrebbe aprire la strada alle multinazionali. Un discorso di questo genere farebbe perdere posti di lavoro e non conviene alla categoria».

«Allora - afferma - nel decreto siamo venuti incontro alle richieste degli Ncc. Abbiamo accettato che possono lavorare in ambiti sovracomunali, che è possibile la gestione a livello informatico delle prenotazioni e che i contratti in essere possono essere prorogati per due anni proprio per evitare danni. Infine non ci saranno sanzioni per tre mesi ma poi gli Ncc che lavorano per singoli clienti (e non per contratti) devono rientrare in ambiti provinciali perché si suppone che non abbiano carichi economici pesanti, come ad esempio, un leasing». Alla domanda sul perché allora gli Ncc protestino, il sottosegretario risponde: «Perché vorrebbero una ulteriore proroga della situazione attuale. Ma questa scelta sarebbe controproducente. Poi, ripeto, sono disponibile ad ascoltare e a inserire migliorie nel decreto». 

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