Lazio, «Multe ai No Green pass senza mascherine». D'Amato: più controlli

L’assessore: «Ci spacchiamo la schiena per i richiami, o si rispettano le regole o niente»

Manifestazione No Green Pass al Circo Massimo
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 26 Novembre 2021, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 08:51

Mascherine all’aperto «per trascorrere un Natale sereno» perché «studi alla mano ne dimostrano l’efficacia sia sulla riduzione dei contagi Covid sia per quelli dell’influenza». Ma non solo per le strade del Centro dedicate allo shopping: «Nelle iniziative come le manifestazioni si devono rispettare le regole che ci siamo dati: ovvero distanziamenti e mascherine altrimenti è meglio non farle». L’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato è ancora indignato per quanto accaduto sabato 20 novembre al Circo Massimo: 4 mila partecipanti riuniti contro il Green pass senza dispositivi di protezione. «Se noi dobbiamo fare manifestazioni che vanno a incrementare la circolazione del virus lasciamo perdere. Noi stiamo per attuare il Green pass rafforzato, ci stiamo spaccando la schiena per aumentare le dosi booster, con un anticipo a 150 giorni e poi mandiamo in giro 4 mila persone senza mascherina? È assurdo».

Più controlli e multe allora?
«Ma certo, la libertà di manifestare è costituzionalmente garantita però dentro il rispetto delle regole, se poi manifestare significa mettere benzina nel motore del virus bè allora non va bene. Quindi controlli, verifiche e sanzioni per chi sgarra». 
Il super Green pass entrerà in vigore il 6 dicembre, per noi c’è l’ipotesi di un’anticipazione come in Friuli Venezia Giulia?
«No, noi partiamo il 6, dobbiamo proseguire nella campagna di vaccinazione, abbiamo notato un forte incremento».
Tamponi negativi e Green pass anche sui mezzi pubblici. Garantire i controlli a Rieti per esempio significa una cosa farlo a Roma un’altra, si riuscirà?
«Serve anche il buon senso degli utenti. Credo che è già molto importante sui mezzi pubblici, a partire dalla metropolitana che viaggia a minor aerazione, usare la mascherina Ffp2 perché è un elemento di sicurezza maggiore».
Tornando ai richiami: numeri? Le dosi ci sono? Si faranno altri open day vista anche la possibilità per gli over 18 di prenotare il richiamo dal primo dicembre?
«Siamo passati dalle prime settimane di novembre con un utente su due che poteva fare il richiamo ad una vera e propria corsa odierna. Abbiamo oltre un milione di slot disponibili su base regionale. Mercoledì abbiamo fatto oltre 35 mila richiami e questo significa che su base mensile superiamo anche il milione di somministrazioni».
C’è il rischio di un effetto “collo di imbuto”? Avere più domande di richiamo rispetto alla capacità di poterle somministrare?
«No.

Entreranno in servizio nuovi Hub vaccinali, come quello all’Eur nei locali dell’ex dipartimento Urbanistica. Preferiamo il sistema delle prenotazioni, perché è più ordinato e tracciabile rispetto agli “open day” che comunque ci saranno. C’è da tenere conto che nella prima fase della campagna vaccinale siamo arrivati a fare anche 70 mila vaccinazioni al giorno e non avevamo la rete delle farmacie che sono 800 e fanno i richiami. Per cui la macchina è una macchina dimensionata che, senza stress, può arrivare anche a 100 mila somministrazioni al giorno».

 


Oltre all’Hub dell’Eur ci sono altre aperture?
«In programma è anche la riapertura dell’Auditorium Parco della Musica e del centro dell’esercito alla Cecchignola». 
I contagi, l’ha detto anche lei, sono in risalita. Rischiamo la zona gialla entro Natale?
«Non escludo niente perché tutto dipende anche dai nostri comportamenti, dico che sono stati adottati provvedimenti importanti anche di carattere preventivo per preservare il Natale e ciò che comporta. Siamo in un contesto aperto, Europeo, vediamo paesi come la Germania con un’incidenza superiore alla nostra. Dovremmo ripristinare le quarantene per chi arriva da Bulgaria e Romania. La campagna dei richiami però doveva partire prima, c’è stato uno scarto di un mese tra la fine di agosto e settembre». 
L’Ema ha sbloccato la vaccinazione per i bambini 5-11 anni. Ora si attende il via libera dell’Aifa. Come procederete?
«È una confezione diversa, con un dosaggio diverso, perché non si può usare la fiala Pfizer destinata agli adulti e dividerla in tre dosi per i bambini. Avremo degli Hub specifici, come ad esempio i consultori, uno per ogni distretto e nel Lazio ne abbiamo 40, ci organizzeremo con i pediatri. La supervisione di carattere scientifico è affidata al Bambino Gesù a cui abbiamo chiesto anche dei clip da mandare sui social per una campagna informativa rivolta alle famiglie anche con la collaborazione della Società italiana di pediatria».

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