Roma, toglievano le multe agli "amici": 17 milioni di euro di danni per il Comune

Toglievano multe agli amici: danno per il Comune è di 17 milioni, pagheranno i dirigenti
di Michela Allegri
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Venerdì 24 Maggio 2019, 14:27 - Ultimo aggiornamento: 14:45

Multe tolte ad amici, conoscenti, vip, appartenenti alle forze dell'ordine e, addirittura, pregiudicati. Ora, per cinque tra funzionari e dipendenti del Campidoglio, già finiti sotto inchiesta per truffa e falso, rischia di arrivare la stangata contabile. L'inchiesta Multopoli della Corte dei conti ha cifre da record: dal 2008 al 2015 le contravvenzioni cancellate sono state 132.679 e il danno erariale per le casse pubbliche supera i 17 milioni. Cifra che il pm Massimo Perin chiede a Pasquale Libero Pelusi, ex direttore del dipartimento Risorse economiche, alle sue due segretarie, Laura Cirelli e Maria Rita Rongoni, alla funzionaria Patrizia Del Vecchio e alla dipendente Antonella Bocci.

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Ieri i finanzieri del Nucleo tutela spesa pubblica hanno notificato a tutti e cinque un invito a dedurre, che corrisponde a un avviso di conclusione delle indagini. Tra i beneficiari del trattamento di favore, molti vip - che non devo rispondere del danno erariale, ma sono indagati per truffa -, come il patron della Lazio, Claudio Lotito, che avrebbe ottenuto la cancellazione di sanzioni per circa 26mila euro, facendo passare le auto di tre sue società come vetture utilizzate per la sua scorta. Nell'elenco ci sono anche imprenditori, nobili, pregiudicati - come Riccardo Brugia, braccio destro del boss Massimo Carminati -, dipendenti del Campidoglio e molti appartenenti alle forze dell'ordine. Categorie - sottolineano i pm - «ritenute in qualche modo utili per motivi privati». Gli escamotage per cancellare i verbali erano diversi: firme false, macchine di privati fatte passare come vetture utilizzate per servizi di polizia. E ancora: sanzioni annullate perché inserite nella lista riservata a politici e appartenenti alle istituzioni, che hanno l'autorizzazione per transitare nelle Ztl.
 



Nell'atto contabile si legge che dalle indagini è emerso «un sistema clientelare, che privilegiava soltanto determinati soggetti che accedevano a un canale parallelo a quello ufficiale». In sette anni sono state cancellate multe per 16.524.086 euro. Ma agli indagati viene contestato anche un «danno da disservizio» - circa 500mila euro - per aver rinunciato a «perseguire l'interesse pubblico mediante l'esercizio della potestà punitiva», così compromettendo la funzionalità e l'imparzialità degli uffici di Roma Capitale.
 

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