Movida a Roma, la linea morbida: piazze a numero chiuso

Movida, la linea morbida: piazze a numero chiuso
di Lorenzo De Cicco e Camilla Mozzetti
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Lunedì 19 Ottobre 2020, 22:06 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 01:05

Piazze a numero chiuso per evitare gli assembramenti. Prima di arrivare all’interdizione totale delle zone calde della movida romana - gli unici a potervi accedere, in quel caso, sarebbero i residenti e i clienti diretti alle attività commerciali - la Prefettura potrebbe disporre, in via preventiva, il contingentamento degli ingressi. Linea soft. Un compromesso, per provare a scongiurare raduni iper-affollati, prima ancora che si formino, senza transennare interi angoli di città. È una delle ipotesi allo studio del Comitato provinciale per l’ordine pubblico, che si riunirà nella tarda mattinata di oggi, su convocazione del prefetto Matteo Piantedosi. Invitati sia il Campidoglio (dovrebbe esserci la sindaca Virginia Raggi), che la Regione.
Con la Pisana, Piantedosi si è già visto ieri, in una video-call con tutti i prefetti del Lazio. All’ordine del giorno c’era naturalmente l’ultimo dpcm, che consente a sindaci e prefetti di chiudere dopo le 21 le piazze a rischio assembramento.

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Il piano per la Capitale sarà messo a punto stamattina. In Campidoglio prevale un approccio attendista, morbido. La sindaca Raggi si mantiene cauta, dal suo entourage ieri facevano sapere di voler ascoltare le associazioni di categoria, prima di procedere con la stretta. Ma la curva dei contagi corre e tocca capire come trasformare in atti concreti (e limitazioni concrete) le direttive del governo. Prima di arrivare alle chiusure di intere piazze, però, si dovrebbe procedere al contingentamento degli accessi. Non ci saranno contapersone: su quanti entrano e quanti escono, decideranno di volta in volta, a occhio, le forze dell’ordine o le pattuglie della Municipale. Dovrebbero essere coinvolti anche i militari di “Strade Sicure”, già autorizzati a far rispettare le misure anti-Covid. Le piazze nel mirino sono quelle dove da inizio estate si sono viste, a sprazzi, le transenne dei vigili: piazza Bologna, la scalea del Tamburino e largo degli Osci a San Lorenzo. O piazza Trilussa, dove già ieri sono spuntati i nastri per chiudere un’ampia fetta di selciato. Ma non era uno stop legato alla movida: serviva a contingentare l’afflusso di un evento religioso in programma oggi, ha chiarito il Comando.

Ieri sera molti giovani, pur essendo un lunedì, non hanno rinunciato al classico appuntamento con l’aperitivo serale: tavolini esterni pieni di ragazzi da San Lorenzo a piazza Bologna. Molte attività, a dispetto di quanto previsto dall’ultimo dpcm, non avevano ancora affisso sulle vetrine il numero massimo di coperti dentro al locale. E dopo le 18 nel bar che affaccia su piazza dell’Immacolata, come in altri, era possibile consumare al bancone senza doversi sedere al tavolo. Nello slargo, più di un gruppetto era seduto sulle panchine in marmo a consumare birra o vino: «La lattina? L’abbiamo comprata al supermercato». 

Saranno rafforzati anche i controlli per le palestre. Il premier Conte ha chiarito, l’altro ieri, che sale fitness e piscine, per tutta la settimana, saranno sorvegliate speciali. Poi si deciderà se chiuderle o no. L’Ispettorato del Lavoro di Roma, diretto da Carmina Mancino, ieri mattina ha disposto controlli mirati. Sotto la lente, distanze e sanificazioni. Finora, va detto, le ispezioni non hanno mai fatto emergere irregolarità: su 16 controlli a campione effettuati dall’Ispettorato da giugno a oggi, non è stata staccata nemmeno una multa per le regole Covid nelle palestre di Roma.
 

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